Carlo Battisti "Orizzonti"
Quattro installazioni luminose una delle quali dinamica presentata per la prima volta ed una videoproiezione: questi gli elementi che caratterizzano la mostra. Ai quali si aggiungono diversi quadri strettamente legati al tema ed alcuni multipli.
La rappresentazione della parola e del testo (suo portato), l’indagine delle loro potenzialità alternative, alterative e, al limite, sovversive è ciò che da quaranta anni caratterizza il lavoro di Battisti.
Sono qui presenti alcuni dei lavori oggetto della sua ultima mostra (aprile scorso) al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.
Carlo Battisti è nato a Viareggio, Italia, nel 1945. All’età di 12 anni lascia la scuola e comincia a lavorare.
Totalmente autodidatta ha sempre subìto il fascino della manualità e della conoscenza delle metodologie grazie alle quali l’idea diventa opera.
Da lavori più schiettamente concettuali come “Le Nubi”, prima mostra “itinerante” (Firenze, 1975) nella quale esponeva le nubi in passaggio nel cielo di Firenze, a cose di denso contenuto manuale come gli interventi operati su testi cartacei: lavori dove una pagina di testo piegata e intagliata produceva “architetture” di carta.
Un esempio ne è “La Biblioteca di Babele” (opera per definire la quale Battisti usa l’ossimoro “Minimalismo Barocco”) del 2008 composta in origine da 25 pezzi di cm 34x34 tutti realizzati sul testo omonimo di J. L. Borges e poi proseguita in una sorta di work in progress, tuttora operante, con un corpus di circa 60 opere.
Se il riferimento alla Poesia Visiva è in molteplici casi d’obbligo, anche per la lunga e mai interrotta frequentazione del genere ed il sodalizio dell’artista con i più significativi esponenti di tale corrente, il lavoro di Battisti non è, nel suo complesso, circoscrivibile ad un ambito: la materialità stessa di molte delle sue opere le discosta dai parametri classici dell’esperienza verbovisuale per aprire ad una più profonda indagine nella scultura, nell'assemblaggio o nella pittura: insomma nel vivo della materia.
La rappresentazione della parola e del testo (suo portato), l’indagine delle loro potenzialità alternative, alterative e, al limite, sovversive è ciò che da quaranta anni caratterizza il lavoro di Battisti.
Sono qui presenti alcuni dei lavori oggetto della sua ultima mostra (aprile scorso) al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.
Carlo Battisti è nato a Viareggio, Italia, nel 1945. All’età di 12 anni lascia la scuola e comincia a lavorare.
Totalmente autodidatta ha sempre subìto il fascino della manualità e della conoscenza delle metodologie grazie alle quali l’idea diventa opera.
Da lavori più schiettamente concettuali come “Le Nubi”, prima mostra “itinerante” (Firenze, 1975) nella quale esponeva le nubi in passaggio nel cielo di Firenze, a cose di denso contenuto manuale come gli interventi operati su testi cartacei: lavori dove una pagina di testo piegata e intagliata produceva “architetture” di carta.
Un esempio ne è “La Biblioteca di Babele” (opera per definire la quale Battisti usa l’ossimoro “Minimalismo Barocco”) del 2008 composta in origine da 25 pezzi di cm 34x34 tutti realizzati sul testo omonimo di J. L. Borges e poi proseguita in una sorta di work in progress, tuttora operante, con un corpus di circa 60 opere.
Se il riferimento alla Poesia Visiva è in molteplici casi d’obbligo, anche per la lunga e mai interrotta frequentazione del genere ed il sodalizio dell’artista con i più significativi esponenti di tale corrente, il lavoro di Battisti non è, nel suo complesso, circoscrivibile ad un ambito: la materialità stessa di molte delle sue opere le discosta dai parametri classici dell’esperienza verbovisuale per aprire ad una più profonda indagine nella scultura, nell'assemblaggio o nella pittura: insomma nel vivo della materia.
Luoghi
www.studiogennai.it 348 8243760 348 8243760
orario di apertura: 17.00 - 19.30 da lunedì a sabato