Carlo Alfano. La pienezza dell’assenza
Venerdì 15 aprile presso lo Studio Trisorio, sarà inaugurata una mostra di Carlo Alfano dal titolo La pienezza dell’assenza, con opere di grandi dimensioni realizzate nel decennio 1980 -1990. In tutta l’opera di Alfano è costante una tensione a interrogarsi, a porre domande sul significato della rappresentazione, del dipingere e, in senso più filosofico, dell’esistenza umana.
Nei suoi lavori la “temporalità” è intesa come autoriflessione della durata, come ricerca di uno spazio aperto dell’essere che divida il sé dall’altro. Questo tema è affrontato in particolare nei cicli Eco-Narciso, Eco-Discesa e Figure, di cui fanno parte le opere esposte in mostra.
In Eco-Narciso, l’artista isola la figura di Narciso e, prescindendo dall’edonistico autocompiacimento del mito, cerca di cogliere l’esatto momento in cui, rispecchiandosi, la figura si scinde e diviene altro da sé, perdendo i propri confini spazio-temporali.
La duplicità è infatti un concetto fondamentale nel lavoro di Alfano, come mostrano le figure spezzate di Eco-Discesa, il primo ciclo degli anni Ottanta. Qui il doppio non è mai inteso come somma, ma come condizione di ambiguità in cui giocano il reale e il suo riflesso. Tutto oscilla fra queste due dimensioni. L’eco è una voce che va oltre la sua sorgente d’origine ma che ha sempre bisogno di una fonte: così nel quadro le due parti staccate non possono agire autonomamente. Lo spazio nero ricorrente in queste opere dà forma visibile al concetto di profondità e sulla soglia insondabile compare la figura umana. La tela tagliata sembra indicare la frattura dell’individuo, poi ricomposta attraverso una fitta trama di fili.
La scissione e la perdita di centralità dell’individuo sono rimarcate anche nei lavori successivi del ciclo Figure, dove i corpi si sdoppiano specularmente, si dividono o sono spesso rappresentati di spalle nell’atto di varcare una metaforica soglia, fino a smaterializzarsi in spazi cromaticamente densi, grigi e blu saturi, che li avvolgono.
Nei suoi lavori la “temporalità” è intesa come autoriflessione della durata, come ricerca di uno spazio aperto dell’essere che divida il sé dall’altro. Questo tema è affrontato in particolare nei cicli Eco-Narciso, Eco-Discesa e Figure, di cui fanno parte le opere esposte in mostra.
In Eco-Narciso, l’artista isola la figura di Narciso e, prescindendo dall’edonistico autocompiacimento del mito, cerca di cogliere l’esatto momento in cui, rispecchiandosi, la figura si scinde e diviene altro da sé, perdendo i propri confini spazio-temporali.
La duplicità è infatti un concetto fondamentale nel lavoro di Alfano, come mostrano le figure spezzate di Eco-Discesa, il primo ciclo degli anni Ottanta. Qui il doppio non è mai inteso come somma, ma come condizione di ambiguità in cui giocano il reale e il suo riflesso. Tutto oscilla fra queste due dimensioni. L’eco è una voce che va oltre la sua sorgente d’origine ma che ha sempre bisogno di una fonte: così nel quadro le due parti staccate non possono agire autonomamente. Lo spazio nero ricorrente in queste opere dà forma visibile al concetto di profondità e sulla soglia insondabile compare la figura umana. La tela tagliata sembra indicare la frattura dell’individuo, poi ricomposta attraverso una fitta trama di fili.
La scissione e la perdita di centralità dell’individuo sono rimarcate anche nei lavori successivi del ciclo Figure, dove i corpi si sdoppiano specularmente, si dividono o sono spesso rappresentati di spalle nell’atto di varcare una metaforica soglia, fino a smaterializzarsi in spazi cromaticamente densi, grigi e blu saturi, che li avvolgono.
Luoghi
www.studiotrisorio.com 081 414306 081 414306
Orario: lun-ven 10-13.30 e 16-19.30 sab 10-13.30