07/08/2021  al 09/10/2021

Cambiare Prospettiva in un tempo sospeso”

A cura di: Loredana Rea e Rocco Zani

Cambiare Prospettiva in un tempo sospeso” GLI ARTISTI: Nino Barone, Renzo Bellanca, Paola Beltrano, Franca Bernardi, Mariangela Calabrese, Francesco Calia, Giancarlo Ciccozzi, Elettra Cipriani, Umberto Cufrini, Alberto D’Alessandro, Marco D’Emilia, Stefania Di Filippo, Lucia Di Miceli, Patrizio di Sciullo, Elisabetta Diamanti, Viviana Faiola, Antonio Fiore, Giovanni Fontana, Roberto Franchitti, Rosaria Gini, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Giovanni Mangiacapra, Franco Marrocco, Rita Mele, Alessandro Monti, Franco Nuti, Daniela Peri, Michele Peri, Antonio Picardi, Alfa Pietta, Teresa Pollidori, Fernando Rea, Rosella Restante, Enzo Sabatini, Danilo Salvucci, Alba Savoi, Grazia Sernia, Elena Sevi, Normanno Soscia, Antonio Tramontano, Maria Villano, Oriano Zampieri  
                                                                       

Tracciare prospettive per il futuro
di Loredana Rea
In un momento come questo, in cui il superamento dell’emergenza sanitaria continua a essere obiettivo primario, l’arte ha il dovere indifferibile di tracciare prospettive per il futuro, suggerendo una chiave di lettura per interpretare la realtà.
Se, infatti, si considerano imprescindibili le esperienze e le riflessioni che l’arte può mettere a disposizione per la costruzione di un differente modello societario, un futuro sostenibile non è soltanto una speranza.
La rinnovata responsabilità rispetto alla flagranza del presente impone a ognuno di porre attenzione a quelle che François Jullien definisce le trasformazioni silenziose che scuotono senza clamore l’esistenza, lasciando emergere la necessità di imparare a guardare oltre per cercare l’armonia, celata nelle piccole cose di una quotidianità sopravvissuta a un nemico invisibile.
Reclamando l’importanza di ripensare il sistema, l’arte non può ignorare l’inderogabile urgenza di senso che scuote questo tempo, offrendo sempre nuove interrogazioni e approcci mai scontati alla realtà, per focalizzare l’attenzione su indagini aperte e sfaccettate, senza percorsi univoci.
Mettere in discussione abitudini consolidate, suggerire altre modalità di visione e di comportamento, in un sovvertimento delle regole e delle convenzioni, in un esercizio continuo al superamento dei confini di sé per ripensare le modalità di esistere nel mondo, è il ruolo che l’arte deve continuare ad avocare.
Etica ed estetica possono allora rappresentare una risorsa per una società che deve ripensare sé stessa, preoccupandosi che lo sviluppo economico rappresenti davvero un’opportunità di benessere condiviso. È necessario dunque disegnare differenti prospettive per il quotidiano, capaci di sfidare le consuetudini del pensiero.
 
 
Riprendere il viaggio
di Rocco Zani
Nei mesi scorsi a proposito di Damien Hirst, della sua presenza alla Galleria Borghese di Roma, Miuccia Prada ha rimarcato l’ammirazione per l’artista britannico, per quella “sua capacità di interrogarsi con intelligenza e sarcasmo su questioni come la rilevanza della scienza, il mistero della morte, il calore dell’arte”.
Ecco, credo sia necessario (ai margini di una “dannazione” che ha reso tutti orfani del tempo) sperimentare un inedito criterio di sopravvivenza. Braccando lo stupore e facendo dello sguardo un nuovo strumento di progettazione, di ipotesi, di indizio.
“Riprendere il viaggio” è il dogma, ma il transito è comunque imbevuto di dubbi, di timori, di ragionevoli esitazioni.
E “riprendere il cammino” non vuol dire annodare di nuovo i fili strappati o aggrapparsi al percorso interrotto. Il black out che ci ha investiti è un trauma epocale. Il  “tempo avverso e sospeso” è stato (ed è ancora) un vuoto storico, sociale, culturale, politico, economico di proporzioni inimmaginabili perché, per la prima volta, ha coinvolto e coinvolge l’intera comunità planetaria. Senza sconti o pause, senza riparo ideologico, di classe, di opportunità.
“Riprendere il viaggio”, soprattutto per la comunità artistica, significa riempire di attenzione e riflessione quel vuoto, quella voragine. Perché credo che possa essere l’Arte, ancora una volta, ad anticipare il senso (ovvero la sostanza) del divenire. Per quel suo presupposto taumaturgico, per quella condizione millenaria di “sentinella sul crinale”; per quella ricorrente disposizione allo sguardo e all’ascolto che ne è anima e sangue. Ecco, credo che sarà ancora una volta l’Arte, con i suoi protagonisti - e non con i protagonismi – a suggerire gli indizi di una esclusiva autenticità, di un nuovo dialogo, di una prossima visionaria identità. Offrire risposte, progetti, energia; individuare e alimentare “luoghi del pensiero”; e sporcarsi finalmente le mani affinché possano affiorare nuovi contenuti, inedite frontiere.
 
 
 

Luoghi

  • MAC Guarcino - Museo Comunale d'Arte Contemporanea - Via San Michele Arcangelo s.n. - Guarcino - Frosinone
             0775. 46007     3281353083
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