Bruno Munari "Fare dal nulla"
Galleria Granelli ha il piacere di presentare nella sua sede di Castiglioncello, una nuova interessante esposizione di Bruno Munari , con opere uniche e multipli di Recente acquisizione:
Granelli Gallery, in Castiglioncello has the pleasure to introduce, a new interesting exposition dedicated to Bruno Munari with unique piece and multiple of Recent acquisitions :
Macchine Inutili | Tavole Tattili | Tensostrutture | Curva Di Peano | Negativo Positivo | Forchette Parlanti | Simultaneità degli Opposti | Ricostruzioni Teoriche | Strutture in movimento | Campioni di tessuto |
FARE DAL NULLA
In una intervista realizzata nel 1992 ed andata in onda nell’Agosto del 1993, Bruno Munari, con la sua voce gentile, spiega il significato del suo nome in giapponese, dove MU significa nulla e NARI’ fare, dunque FARE DAL NULLA.
Munari amava il Giappone, ed era, ed è ancora, molto amato dai giapponesi. E quel fare dal nulla non è soltanto un felice e meraviglioso nomen-omen, ma sembra rappresentare l’intima essenza di gran parte del lavoro dell’artista.
Che cosa è, se non un fare dal nulla, il semplice gesto di piegare un cartoncino per realizzare una scultura da viaggio? Ed ancora una volta torniamo al Giappone, con la pratica dell’origami. E non è forse un fare dal nulla il prendere una calza e trarne fuori una lampada, o aggiungere due fiocchetti ad una pennellessa per ottenere l’immagine di una graziosa fanciulla? Per non parlare delle forchette che, semplicemente piegate in alcune parti, diventano mani gesticolanti.
Nel suo " L'impero dei segni", Roland Barthes, il grande intellettuale così attratto dalla cultura e dall’estetica giapponesi, scrive: “...e può darsi che ciò che, nello zen, si chiama il satori e che gli occidentali non possono tradurre che con termini vagamente cristiani ( illuminazione, rivelazione, intuizione ) non sia altro che una sospensione panica del linguaggio, il bianco che cancella in noi il regno dei codici”.
Ebbene, è proprio Munari a spingersi fino all’azzeramento dei codici linguistici nei suoi libri illeggibili, pagine senza parole, così come senza parole sono le pagine bianche di Cappuccetto Bianco, delizioso libro che solo lui poteva pensare e realizzare.
Dunque, mai come in questo caso nomina sunt consequentia rerum, e nessuno come Munari merita FARE DAL NULLA. E l’arte, in fondo, che altro è? Sergio Vanni
Granelli Gallery, in Castiglioncello has the pleasure to introduce, a new interesting exposition dedicated to Bruno Munari with unique piece and multiple of Recent acquisitions :
Macchine Inutili | Tavole Tattili | Tensostrutture | Curva Di Peano | Negativo Positivo | Forchette Parlanti | Simultaneità degli Opposti | Ricostruzioni Teoriche | Strutture in movimento | Campioni di tessuto |
FARE DAL NULLA
In una intervista realizzata nel 1992 ed andata in onda nell’Agosto del 1993, Bruno Munari, con la sua voce gentile, spiega il significato del suo nome in giapponese, dove MU significa nulla e NARI’ fare, dunque FARE DAL NULLA.
Munari amava il Giappone, ed era, ed è ancora, molto amato dai giapponesi. E quel fare dal nulla non è soltanto un felice e meraviglioso nomen-omen, ma sembra rappresentare l’intima essenza di gran parte del lavoro dell’artista.
Che cosa è, se non un fare dal nulla, il semplice gesto di piegare un cartoncino per realizzare una scultura da viaggio? Ed ancora una volta torniamo al Giappone, con la pratica dell’origami. E non è forse un fare dal nulla il prendere una calza e trarne fuori una lampada, o aggiungere due fiocchetti ad una pennellessa per ottenere l’immagine di una graziosa fanciulla? Per non parlare delle forchette che, semplicemente piegate in alcune parti, diventano mani gesticolanti.
Nel suo " L'impero dei segni", Roland Barthes, il grande intellettuale così attratto dalla cultura e dall’estetica giapponesi, scrive: “...e può darsi che ciò che, nello zen, si chiama il satori e che gli occidentali non possono tradurre che con termini vagamente cristiani ( illuminazione, rivelazione, intuizione ) non sia altro che una sospensione panica del linguaggio, il bianco che cancella in noi il regno dei codici”.
Ebbene, è proprio Munari a spingersi fino all’azzeramento dei codici linguistici nei suoi libri illeggibili, pagine senza parole, così come senza parole sono le pagine bianche di Cappuccetto Bianco, delizioso libro che solo lui poteva pensare e realizzare.
Dunque, mai come in questo caso nomina sunt consequentia rerum, e nessuno come Munari merita FARE DAL NULLA. E l’arte, in fondo, che altro è? Sergio Vanni
Luoghi
www.galleriagranelli.it 0586 752069 Cel. 348 3337010
Castiglioncello - orario:lun-ven 9:30-12:30; sab 9,30 - 12,30 16,00- 20,00 o su appuntamento