Bartoloni – Kamele aus Mitteleuropa
A cura di: Barbara Pavan. Testo critico di Tania Belli
La mostra riassume attraverso una selezione di lavori di diversi periodi, il percorso artistico di Bartoloni, sul filo di due dei temi cari all’autore, i cammelli e la letteratura mitteleuropea, che da molti anni popolano e ispirano, ora rincorrendosi ora convivendo, le sue opere.
‘Bartoloni, ovvero: l’iperbole dell’onirico – scrive Tania Belli nell’introduzione alla mostra - un senso onirico che ha il gusto verace e sapido dell’infanzia; di quell’epoca dell’esistere che è figlia, pura e visionaria, della fantasia; della schietta e trasparente immaginazione di un bimbo alle prese con la rappresentazione della realtà, di cui vuole sopraffare, vincere e spezzare il dolore; quel sapore amaro ed acido della routine quotidiana e del presente, che Bartoloni prova a far evaporare, sollevandosi sulle ali della creatività; una creatività artistica beffarda e disincantata, che si protende per toccare la felicità con il pennello della leggerezza, plasmando figure che, malgrado la pesantezza dei materiali con cui a volte sono realizzate, appaiono come sagome esili e lievi; apparizioni evanescenti, quasi volatili, che camminano in punta di piedi sul mondo. Un mondo che Bartoloni, dalla sua peculiare prospettiva di una cultura sensibile ed attenta (attenta finanche al minimo dettaglio, da cui è attratto inesorabilmente), e di una maturità artistica solida e seria (indiscutibilmente attratta dalla tradizione yiddish), cerca di raccontare, facendocene appassionare; come, del resto, lui stesso ne è innamorato (benché velandosi di ironica malinconia), quale curioso ed insaziabile viaggiatore dello spazio e dei sentimenti. Insomma, Bartoloni, artista sperimentatore e poliedrico, uomo capace ancora di meravigliarsi, oltre il tempo e l’età, aspira a trasmettere e rivelare l’esperienza del vivere, con la quale prova una indubbia e viscerale empatia, in espressione artistica; il tutto, intingendo il pennello in una tavolozza raramente monocroma e, comunque, mai banale o silente; poiché le sue opere, intrise di una stravaganza svagata e coraggiosa, possono parlare, spesso anche urlare, e, di certo, sempre riescono a comunicare brividi, sulla cui scia cerca di trascendere il disagio che, inevitabilmente, instilla in noi l’esistenza. Ragioni per le quali, oggi si può ben dire che lo stile di Bartoloni, in tutte le sue variegate lingue espressive, sia unico e chiaramente distinguibile. Come ben distinti vi sono tratteggiati i vissuti e le emozioni’.
‘Bartoloni, ovvero: l’iperbole dell’onirico – scrive Tania Belli nell’introduzione alla mostra - un senso onirico che ha il gusto verace e sapido dell’infanzia; di quell’epoca dell’esistere che è figlia, pura e visionaria, della fantasia; della schietta e trasparente immaginazione di un bimbo alle prese con la rappresentazione della realtà, di cui vuole sopraffare, vincere e spezzare il dolore; quel sapore amaro ed acido della routine quotidiana e del presente, che Bartoloni prova a far evaporare, sollevandosi sulle ali della creatività; una creatività artistica beffarda e disincantata, che si protende per toccare la felicità con il pennello della leggerezza, plasmando figure che, malgrado la pesantezza dei materiali con cui a volte sono realizzate, appaiono come sagome esili e lievi; apparizioni evanescenti, quasi volatili, che camminano in punta di piedi sul mondo. Un mondo che Bartoloni, dalla sua peculiare prospettiva di una cultura sensibile ed attenta (attenta finanche al minimo dettaglio, da cui è attratto inesorabilmente), e di una maturità artistica solida e seria (indiscutibilmente attratta dalla tradizione yiddish), cerca di raccontare, facendocene appassionare; come, del resto, lui stesso ne è innamorato (benché velandosi di ironica malinconia), quale curioso ed insaziabile viaggiatore dello spazio e dei sentimenti. Insomma, Bartoloni, artista sperimentatore e poliedrico, uomo capace ancora di meravigliarsi, oltre il tempo e l’età, aspira a trasmettere e rivelare l’esperienza del vivere, con la quale prova una indubbia e viscerale empatia, in espressione artistica; il tutto, intingendo il pennello in una tavolozza raramente monocroma e, comunque, mai banale o silente; poiché le sue opere, intrise di una stravaganza svagata e coraggiosa, possono parlare, spesso anche urlare, e, di certo, sempre riescono a comunicare brividi, sulla cui scia cerca di trascendere il disagio che, inevitabilmente, instilla in noi l’esistenza. Ragioni per le quali, oggi si può ben dire che lo stile di Bartoloni, in tutte le sue variegate lingue espressive, sia unico e chiaramente distinguibile. Come ben distinti vi sono tratteggiati i vissuti e le emozioni’.
Luoghi
3204571689
orario: ven-sab ore 18-20; dom ore 11-13 oppure su appuntamento