Barbara Salvucci. Signs
La Galleria Emmeotto, presenta, giovedì 26 maggio dalle ore 18.30 alle ore 20.30, nelle sale espositive di Palazzo Taverna, la personale di Barbara Salvucci, in concomitanza con la mostra INK della stessa artista al Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese.
In mostra una serie di opere che raccontano il percorso artistico di Barbara Salvucci, attraverso la sperimentazione su diversi materiali, e l’evoluzione della sua produzione.
Partendo dalla scultura in fil di ferro, che rappresenta l’inizio di rotta del lavoro dell’artista, si percepisce la capacità di intervenire su materiali resistenti, rendendoli malleabili e leggeri fino a far percepire allo spettatore di essere parte di un vortice senza peso, accentuato dal gioco di ombre. L’insieme di fili di ferro che compongono volumi, pieni e vuoti, sono la materia che si fa segno, “una matita che disegna nell’aria” per usare le parole di Barbara.
I disegni, opere grafiche ad inchiostro di china su stoffa damascata, carta o legno, anche se legate alla memoria delle sculture in fil di ferro, hanno una vita autonoma, si appropriano di una potente identità evocando leggerezza nella frequenza del tratto definito, un segno preciso che intreccia linee e trame che viaggiano nello spazio, evocando all’occhio che guarda forme diverse, appartenenti al macrocosmo, come la serie - installazione sulla composizione – scomposizione della calla o i fluttuanti amanti che non si incontrano mai su fondo nero.
Il percorso arriva fino alla realizzazione delle lastre di zinco e rame, quasi una percezione tridimensionale dei segni grafici, che seppur nella loro forte composizione e presenza materica, si fanno leggere sulla parete attraverso le proprie venature, che come percorsi le rendono vive e impalpabili. In occasione della mostra, è presentato un lavoro inedito, composto da sei lastre di zinco che compongono una figura, ma nella loro unicità di tratto possono essere considerate sei opere distinte.
Il lavoro di Barbara è una forte e personale esperienza artistica, una poetica fatta di meditazione, concentrazione, controllo e gestione emozionale, che la rendono padrona della materia e delle azioni da svolgere su di essa. Un insieme di creazioni bidimensionali e tridimensionali legate, tra loro da un segno armonico, punto di contatto tra naturalezza delle forme e metodo estetico. Le opere grafiche più recenti, di grande formato sono, inoltre, in esposizione presso la mostra al Museo Carlo Bilotti, a cura di Mariagrazia Tolomeo.
In mostra una serie di opere che raccontano il percorso artistico di Barbara Salvucci, attraverso la sperimentazione su diversi materiali, e l’evoluzione della sua produzione.
Partendo dalla scultura in fil di ferro, che rappresenta l’inizio di rotta del lavoro dell’artista, si percepisce la capacità di intervenire su materiali resistenti, rendendoli malleabili e leggeri fino a far percepire allo spettatore di essere parte di un vortice senza peso, accentuato dal gioco di ombre. L’insieme di fili di ferro che compongono volumi, pieni e vuoti, sono la materia che si fa segno, “una matita che disegna nell’aria” per usare le parole di Barbara.
I disegni, opere grafiche ad inchiostro di china su stoffa damascata, carta o legno, anche se legate alla memoria delle sculture in fil di ferro, hanno una vita autonoma, si appropriano di una potente identità evocando leggerezza nella frequenza del tratto definito, un segno preciso che intreccia linee e trame che viaggiano nello spazio, evocando all’occhio che guarda forme diverse, appartenenti al macrocosmo, come la serie - installazione sulla composizione – scomposizione della calla o i fluttuanti amanti che non si incontrano mai su fondo nero.
Il percorso arriva fino alla realizzazione delle lastre di zinco e rame, quasi una percezione tridimensionale dei segni grafici, che seppur nella loro forte composizione e presenza materica, si fanno leggere sulla parete attraverso le proprie venature, che come percorsi le rendono vive e impalpabili. In occasione della mostra, è presentato un lavoro inedito, composto da sei lastre di zinco che compongono una figura, ma nella loro unicità di tratto possono essere considerate sei opere distinte.
Il lavoro di Barbara è una forte e personale esperienza artistica, una poetica fatta di meditazione, concentrazione, controllo e gestione emozionale, che la rendono padrona della materia e delle azioni da svolgere su di essa. Un insieme di creazioni bidimensionali e tridimensionali legate, tra loro da un segno armonico, punto di contatto tra naturalezza delle forme e metodo estetico. Le opere grafiche più recenti, di grande formato sono, inoltre, in esposizione presso la mostra al Museo Carlo Bilotti, a cura di Mariagrazia Tolomeo.
Luoghi
www.emmeotto.net 06 68301127
orario: lun-ven 10.30-13.30 e 14.30-19.30 Ingresso libero