Armando Riva e Paola Zorzi "Materia oscura".
Materia oscura.
Mostra visiva e multimediale di arte contemporanea.
E' noto che, cercando di quantificare l'energia della materia e di esaminarne i moti, molti fenomeni rimarrebbero inspiegabili se non ricorrendo all'ipotesi dell'esistenza di una cosiddetta "materia oscura". Questa pur essendo invisibile, secondo le attuali teorie corrisponderebbe a più del 60% di tutta la materia esistente.
Abbiamo quindi voluto porre l'attenzione su questo gap tra visibile ed invisibile, su ciò che in definitiva sembra "non quadrare" ed estenderlo oltre che alla storia alla quotidianità della nostra vita.
I conti non tornano ma - nonostante oscura - questa zona stimola la ricerca, non è quindi da intendere negativamente. E' il luogo dal quale, durante la storia, dal buio dell'invisibile sono sorte nuove istanze, nuove coscienze fino ad allora sconosciute o misconosciute.
Hannah Arendt parlando della banalità del male sottolineava un ulteriore aspetto di un'invisibilità dovuta alla superficialità, e noi aggiungiamo al condizionamento e all'abitudine, mentre non a caso Theodor W. Adorno parlando dell'arte affermava che suo compito era quello di rendere visibile l'invisibile...
In questa mostra il titolo "Materia oscura" è stato quindi utilizzato in senso estensivo applicandolo a tutte quelle circostanze in cui vi è un lato nascosto, implicito o imprevisto, non così rinvenibile nell'immediato.
Il riferimento è anche a tutte quelle situazioni in cui la consuetudine, l'abitudine o il condizionamento culturale fanno sì che vengano accettate o comunque imposte scelte discutibili come del resto tali si sono dimostrate in più occasioni nella storia (anche recente).
Non sempre però si tratta di problemi, in alcuni casi è evidente un risvolto costruttivo, un desiderio di conoscenza e riflessione che coincide col piacere del pensare, di capire o con la progettualità stessa: il piacere del fare (poiesis).
Se è vero che "non c'è libertà senza progettazione", è anche vero che Armando Riva e Paola Zorzi, non si trovano per la prima volta a misurarsi con questo assunto.
In occasione di un progetto realizzato con alcuni detenuti della Casa Circondariale di Biella all'interno della rassegna "Detenzioni", avevano infatti già voluto sperimentare questa premessa.
Oggi in mostra possiamo confrontarci nuovamente con opere in cui l'immaterialità di una direzione, la stessa volontà, immaginazione e teleonomia nel voler raggiungere un fine è ricercata con grande convinzione.
Armando Riva lo fa attraverso la grande installazione multimediale "verso".
Paola Zorzi invece con "Cubo virtuale" oppure la serie denominata "Circuiti: trasposizione di una proposizione logica in circuito elettrico" dove tenta di evidenziare un punto, un nodo che segni il passaggio da una proposizione logica, quindi un tipo di linguaggio e comunicazione prettamente umana, a un linguaggio macchina.
In altre opere come quella di armando riva "Lascia che..." o di Paola Zorzi "Schiavi ieri e oggi" (Bessa) e due composizioni fotografiche relative all'esito finale del p
Processo Eternit (caduto in prescrizione!), la materia trattata diventa più grave.
L'installazione e video di Armando Riva è di grande impatto così come il contrasto ricercato nelle serie fotografiche scattate in Bessa, a Roma e Casale Monferrato di Paola Zorzi.
Tutte le opere si collocano comunque in quel particolare crinale tra visibile e invisibile.
Mostra visiva e multimediale di arte contemporanea.
E' noto che, cercando di quantificare l'energia della materia e di esaminarne i moti, molti fenomeni rimarrebbero inspiegabili se non ricorrendo all'ipotesi dell'esistenza di una cosiddetta "materia oscura". Questa pur essendo invisibile, secondo le attuali teorie corrisponderebbe a più del 60% di tutta la materia esistente.
Abbiamo quindi voluto porre l'attenzione su questo gap tra visibile ed invisibile, su ciò che in definitiva sembra "non quadrare" ed estenderlo oltre che alla storia alla quotidianità della nostra vita.
I conti non tornano ma - nonostante oscura - questa zona stimola la ricerca, non è quindi da intendere negativamente. E' il luogo dal quale, durante la storia, dal buio dell'invisibile sono sorte nuove istanze, nuove coscienze fino ad allora sconosciute o misconosciute.
Hannah Arendt parlando della banalità del male sottolineava un ulteriore aspetto di un'invisibilità dovuta alla superficialità, e noi aggiungiamo al condizionamento e all'abitudine, mentre non a caso Theodor W. Adorno parlando dell'arte affermava che suo compito era quello di rendere visibile l'invisibile...
In questa mostra il titolo "Materia oscura" è stato quindi utilizzato in senso estensivo applicandolo a tutte quelle circostanze in cui vi è un lato nascosto, implicito o imprevisto, non così rinvenibile nell'immediato.
Il riferimento è anche a tutte quelle situazioni in cui la consuetudine, l'abitudine o il condizionamento culturale fanno sì che vengano accettate o comunque imposte scelte discutibili come del resto tali si sono dimostrate in più occasioni nella storia (anche recente).
Non sempre però si tratta di problemi, in alcuni casi è evidente un risvolto costruttivo, un desiderio di conoscenza e riflessione che coincide col piacere del pensare, di capire o con la progettualità stessa: il piacere del fare (poiesis).
Se è vero che "non c'è libertà senza progettazione", è anche vero che Armando Riva e Paola Zorzi, non si trovano per la prima volta a misurarsi con questo assunto.
In occasione di un progetto realizzato con alcuni detenuti della Casa Circondariale di Biella all'interno della rassegna "Detenzioni", avevano infatti già voluto sperimentare questa premessa.
Oggi in mostra possiamo confrontarci nuovamente con opere in cui l'immaterialità di una direzione, la stessa volontà, immaginazione e teleonomia nel voler raggiungere un fine è ricercata con grande convinzione.
Armando Riva lo fa attraverso la grande installazione multimediale "verso".
Paola Zorzi invece con "Cubo virtuale" oppure la serie denominata "Circuiti: trasposizione di una proposizione logica in circuito elettrico" dove tenta di evidenziare un punto, un nodo che segni il passaggio da una proposizione logica, quindi un tipo di linguaggio e comunicazione prettamente umana, a un linguaggio macchina.
In altre opere come quella di armando riva "Lascia che..." o di Paola Zorzi "Schiavi ieri e oggi" (Bessa) e due composizioni fotografiche relative all'esito finale del p
Processo Eternit (caduto in prescrizione!), la materia trattata diventa più grave.
L'installazione e video di Armando Riva è di grande impatto così come il contrasto ricercato nelle serie fotografiche scattate in Bessa, a Roma e Casale Monferrato di Paola Zorzi.
Tutte le opere si collocano comunque in quel particolare crinale tra visibile e invisibile.
Luoghi
www.studiodieci.org +39 0161251926