Antonio Biasiucci. Ex voto
Ex voto, apparso nel 2007, è senza dubbio, ad oggi, uno dei lavori più importanti di Antonio Biasiucci. Esposto quell’anno al Festival della Fotografia di Roma, si compone in origine di una serie di trentadue fotografie che, raccolte in una cartella tirata in soli dieci esemplari è andata presto esaurita.
In quella occasione, tuttavia, non furono utilizzate in mostra tutte le immagini. Oggi, per la prima volta, nella mostra che la Galleria Studio presenta, si offrono al pubblico, insieme agli scatti già noti anche altri in precedenza mai utilizzati.
Per comprendere il senso profondo di questo lavoro occorre domandarsi quale rapporto sussista tra le fotografie di Biasiucci e la realtà. Il punto di partenza di questo lavoro è largamente autobiografico. In molte di queste immagini il fotografo rivive la scomparsa della madre, la malattia del padre, rappresenta se stesso e i momenti significativi della sua vita . Il rapporto che lega il fotografo a questi ex voto ha una natura simbolica o, più eminentemente, magica. Questi idoletti sono letteralmente segnacoli di qualcos’altro, hanno cioè la capacità di rappresentare il corpo di un individuo reale, di trasferire su di esso la grazia. Per Biasiucci, queste figure sbalzate nell’argento sono parti di un mondo reale, pienamente reale anche se irrazionale, reale perché molta è ancor oggi la gente nella sua città a credere ai miracoli. Che cosa vi è di più reale dell’irrazionale? Anche questo è un universo, molto più consistente di quanto una parte ristretta, incredula e razionale della società sia disposta a concedere. Un universo popolato di teschi, di ex voto e di anime pezzentelle, nel quale la prossimità della morte svolge un ruolo costante e determinante nella vita quotidiana di molti individui. Non basterà mai né clero né spocchia d’intellettuali a sconfessarli.
Queste fotografie non sarebbero tanto potenti e toccanti se Biasiucci le avesse fotografate con gli occhi distaccati dell’intellettuale, e ce le avrebbe mostrate come oggetti di culto o come opere d’arte; ed invece ce le presenta quali per lui veramente sono: quali anime. Di questa loro natura profonda è capace di farci scoprire la presenza e la vitalità, l’essere rito-in-atto. Biasiucci non si limita a rappresentare degli oggetti: ne invera il potere, nella loro intatta efficacia. In ciò sta l’originalità di questo grande fotografo: nell’essere, allo stesso tempo, partecipe e artefice del suo universo immaginario. Creatore ed insieme abitante del mondo che, attraverso le sue fotografie, continuamente ricostruisce ed offre ai nostri occhi.
Luoghi
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