Anna Uncini, pause, silenzi e raccordi
A cura di: Giuseppe Salerno
Anna Uncini presenta nella sua Fabriano una grande esposizione di carto-sculture, opere che da sempre ne connotano il percorso artistico.
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Donna, classe 1935, con un cognome ingombrante, quello di un fratello sei anni più grande, in un’epoca nella quale il solo fatto di essere donna precludeva un facile accesso a quel mondo dell’arte da sempre dominato dagli uomini. La giovinezza trascorsa in silenzio, all’ombra e in ammirazione del fratello nel mentre che la comune frequentazione dello studio romano di Edgardo Mannucci faceva in lei germogliare la passione lungamente covata per la materia ferrosa e per la tridimensionalità in arte. Un esordio sommesso e tardivo il suo, vissuto nell’impossibilità di soffocare il bisogno impellente di dare visibilità a patrimoni interiori fatti di memorie per la terra amata e di appartenenza alla natura forte e delicata di donna, la stessa che ne segnava il limite nei confronti del mondo maschile incapace di prescindere da pregiudizi secolari. Le memorie del luogo sono vive in lei donna e artista che davanti a sé ha ancora la visione delle coltivazioni di canapa che correvano lungo le rive del Giano. Un connubio prezioso e vitale per una comunità che al fluire delle acque ed alle fibre vegetali deve l’affermarsi dell’antica tradizione cartaria che nel mondo ha dato fama alla città di Fabriano. Già negli anni ’80 ad Anna Uncini va il merito di aver saputo ben coniugare in una visione “nuova”, come è nell’arte, tecniche antiche, da sempre afferenti al mondo femminile, con la materia di base per la produzione della carta, la cellulosa, trattata artigianalmente e in modo non convenzionale. La sua è una produzione non soltanto inconsueta sul piano estetico, ma di grande spessore per il potenziale evocativo e per le profonde implicazioni di natura concettuale. Lavori al femminile, su bianca cellulosa che di sogni e racconti privi di parole sottolineano le pause, i silenzi ed i raccordi. L’ago ed il filo, di canapa o di lino, assumono centralità nelle sue cartosculture materiche che, come agite dal tempo, vedono strappi e fessurazioni medicate da rammendi e rattoppi capaci di garantirne l’unitarietà nella convivenza di tensioni le cui tracce restano evidenti a testimonianza. Dissacratrice di tradizioni e culture secolari Anna Uncini apre le porte, nella sua Fabriano, ad un fare arte dove la carta a mano, ascesa da supporto a protagonista, diviene materia da forgiare ed investire di significanza tra le mani dell’artista. Due personalità altrettanto forti, seppur con fortune diverse, quelle di Giuseppe ed Anna Uncini: l’una tutta maschile segnata dalla concretezza del ferro e del cemento che avanza, l’altra interamente femminile dominata dal sogno che abbraccia radici an tiche.
Giuseppe Salerno
Luoghi
http://www.piazzalta.it 0732 709255
Orario: mar-dom 10-12 e 16-19, lunedi' chiuso