Anna Turina. Home sweet home
A cura di: Ivan Quaroni
Circoloquadro inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra personale di Anna Turina, Home, sweet home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita, curata da Ivan Quaroni.
Martedì 14 ottobre lo spazio espositivo si trasformerà su progetto site specific dell’artista. La riflessione di Anna Turina nasce dalla riflessione sul concetto di casa: “Ho sempre pensato alla casa come un emblema dalla doppia valenza: garanzie e certezze da una parte, compromessi e limiti, dall’altra. Casa è il mio corpo, sono gli altri, sono gli spazi e i momenti di condivisione. Casa è uno stato di appartenenza dove trovare rassicurazioni; un luogo dove sentirsi accolti. Tuttavia ho imparato ben presto che ognuno di questi luoghi può ospitare di me solo una parte, solo ciò che è circoscrivibile nelle sue norme quotidiane. Ho appreso altrettanto in fretta che queste esperienze non sono eterne. Per destino o per volontà, mi è stato concesso l’ingresso a molte dimore, vissute come temporanee. È capitato di abbandonarne di preziose per necessità, per pigrizia o per mancanza di tempo. Altre volte la separazione forzata o la decadenza imminente di talune di esse è stata causa di profonde ferite, di sconforto, successivamente sostituiti da una nuova forza per potersi ricostruire. Le uscite d’emergenza, di fronte alle forzature piuttosto che al declino, di norma, dovrebbero essere presenti, basta saperle scovare. L’uscita d’emergenza a me più cara è l’interpretazione talvolta ironica, talvolta analitica di ciò che vivo.”
Lo spazio di Circoloquadro viene trasformato dunque dall’installazione composta da un mucchio di piccole case a terra e un doppio sistema di scale che corrono lungo le pareti verso le bocche di lupo dello spazio. Sia le scale sia le case, in ferro, sono state realizzate interamente dall’artista.
L’installazione viene accompagnata dagli 8 tentavi di fuga: carte, realizzate ad hoc, dove le più famose favole per bambini vengono rivisitate in chiave ironica, ribaltandone il senso e la fine. Troviamo una Gretel, per fare solo un esempio, che non riesce a fuggire dalla casetta della strega perché è ingrassata a furia di mangiare troppi dolcetti.
Rimane la domanda allora su cosa sia “casa” e se sia possibile fuggire da restrizioni e impedimenti o dalle nostre paure e insicurezze. Risponde a questa domanda l’artista: “…legata alla mia convinzione che il corpo sia l’unica dimora che posso considerare realmente mia.”
Martedì 14 ottobre lo spazio espositivo si trasformerà su progetto site specific dell’artista. La riflessione di Anna Turina nasce dalla riflessione sul concetto di casa: “Ho sempre pensato alla casa come un emblema dalla doppia valenza: garanzie e certezze da una parte, compromessi e limiti, dall’altra. Casa è il mio corpo, sono gli altri, sono gli spazi e i momenti di condivisione. Casa è uno stato di appartenenza dove trovare rassicurazioni; un luogo dove sentirsi accolti. Tuttavia ho imparato ben presto che ognuno di questi luoghi può ospitare di me solo una parte, solo ciò che è circoscrivibile nelle sue norme quotidiane. Ho appreso altrettanto in fretta che queste esperienze non sono eterne. Per destino o per volontà, mi è stato concesso l’ingresso a molte dimore, vissute come temporanee. È capitato di abbandonarne di preziose per necessità, per pigrizia o per mancanza di tempo. Altre volte la separazione forzata o la decadenza imminente di talune di esse è stata causa di profonde ferite, di sconforto, successivamente sostituiti da una nuova forza per potersi ricostruire. Le uscite d’emergenza, di fronte alle forzature piuttosto che al declino, di norma, dovrebbero essere presenti, basta saperle scovare. L’uscita d’emergenza a me più cara è l’interpretazione talvolta ironica, talvolta analitica di ciò che vivo.”
Lo spazio di Circoloquadro viene trasformato dunque dall’installazione composta da un mucchio di piccole case a terra e un doppio sistema di scale che corrono lungo le pareti verso le bocche di lupo dello spazio. Sia le scale sia le case, in ferro, sono state realizzate interamente dall’artista.
L’installazione viene accompagnata dagli 8 tentavi di fuga: carte, realizzate ad hoc, dove le più famose favole per bambini vengono rivisitate in chiave ironica, ribaltandone il senso e la fine. Troviamo una Gretel, per fare solo un esempio, che non riesce a fuggire dalla casetta della strega perché è ingrassata a furia di mangiare troppi dolcetti.
Rimane la domanda allora su cosa sia “casa” e se sia possibile fuggire da restrizioni e impedimenti o dalle nostre paure e insicurezze. Risponde a questa domanda l’artista: “…legata alla mia convinzione che il corpo sia l’unica dimora che posso considerare realmente mia.”
Luoghi
www.circoloquadro.com 02 6884442
orario:mar-ven 15-19