Angelo Falciano “Perquisire la realtà”
A cura di: Testo di Antonella Esposito

“Perquisire la realtà” è l’affermazione secca e decisa con cui va intrapreso il viaggio estetico e semantico nell’arte pittorica di Angelo Falciano.
Un percorso originale nella sua armonia policromatica che evidenzia nelle forme labirintiche dai contorni netti, suggestioni evocative di richiami sempre diversi che si propagano su se stesse.
E’ la proiezione di una ricerca costante dell’uomo post moderno volto ossessivamente a perquisire il reale, a segmentarlo nella rarefatta evanescenza delle forme verso il “Nulla”.
Ecco che il gioco ricomincia e l’artista tenta di ricomporre il tutto nel poco che resta: sforzo sovrumano di un galleggiare tra le meteoriti di una stella o umano divenire alla deriva.
Ogni scomposizione del reale sembra scarna e nitida nelle sue scheletriche rappresentazioni: il tutto riconduce inesorabilmente nel dolce e malinconico fluire della vita e della consapevolezza di ogni uomo che dal nulla ricomincia tutto e che dal’intero si ritorna al nulla.
Una religiosità laica si effonde nei colori dell’azzurro e dell’ocra, cielo e terra di un immaginario sempre nuovo e antico per se stesso.
I segni scalfiti sui fogli invecchiati dai colori intensi sembrano evocare pietre laviche di cenere muta.
E il silenzio che ne deriva ti ricompone della pace di cui ogni essere ha bisogno per ripartire verso non luoghi di fascino e mistero.
Non è facile addentrarsi in questo mondo profondo dell’arte di Angelo Falciano ma è naturale riconoscerne la traccia che per un verso o per l’altro sembra appartenerci.
Un percorso originale nella sua armonia policromatica che evidenzia nelle forme labirintiche dai contorni netti, suggestioni evocative di richiami sempre diversi che si propagano su se stesse.
E’ la proiezione di una ricerca costante dell’uomo post moderno volto ossessivamente a perquisire il reale, a segmentarlo nella rarefatta evanescenza delle forme verso il “Nulla”.
Ecco che il gioco ricomincia e l’artista tenta di ricomporre il tutto nel poco che resta: sforzo sovrumano di un galleggiare tra le meteoriti di una stella o umano divenire alla deriva.
Ogni scomposizione del reale sembra scarna e nitida nelle sue scheletriche rappresentazioni: il tutto riconduce inesorabilmente nel dolce e malinconico fluire della vita e della consapevolezza di ogni uomo che dal nulla ricomincia tutto e che dal’intero si ritorna al nulla.
Una religiosità laica si effonde nei colori dell’azzurro e dell’ocra, cielo e terra di un immaginario sempre nuovo e antico per se stesso.
I segni scalfiti sui fogli invecchiati dai colori intensi sembrano evocare pietre laviche di cenere muta.
E il silenzio che ne deriva ti ricompone della pace di cui ogni essere ha bisogno per ripartire verso non luoghi di fascino e mistero.
Non è facile addentrarsi in questo mondo profondo dell’arte di Angelo Falciano ma è naturale riconoscerne la traccia che per un verso o per l’altro sembra appartenerci.
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