Alvaro Monnini. Retrospettiva anni settanta
Con questa mostra la Galleria Schubert si riallaccia alla programmazione espositiva che celebra i protagonisti di un periodo culturalmente fertile per le arti visive. Dopo la recente mostra dedicata ad Antonio Corpora e quelle dedicate a Tono Mucchi, Max Kuatty, Salvatore Esposito e Bobo Piccoli, questa mostra si incentra sul lavoro del maestro dell’Astrattismo classico.
Alvaro Monnini partecipò al fermento creativo sorto nel dopoguerra che a Firenze prese il nome di “Astrattismo classico”. Un movimento questo che si affiancava idealmente a quello Romano di “Forma1” e a quello milanese del “MAC”. Ne firmò il manifesto nel 1950 assieme a Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Gualtiero Nativi e Mario Nuti; un manifesto d’intenti redatto dal filosofo Ermanno Migliorini.
“Astrattismo classico” parteciò a numerose mostre e rassegne internazionali dal 1947 al 1949 rifiutando però l’invito a partecipare alla XXV Biennale di Venezia del 1950 ponendosi su posizioni rigoriste e sociali, mettendo in pratica quanto esplicitamente detto invitando gli artisti “...a prendere coscienza della loro posizione nella società. ...” e “... a lasciare gli studi, a scendere tra gli uomini vivi.”
A quasi trent’anni dalla sua scomparsa e oltre quarant’anni dalla sua mostra tenutasi presso la Galleria Schubert, si ripropone il lavoro dello scomparso maestro con una mostra omaggio.
Saranno presentate, oltre alla cartella di grafica intitolata “Viaggi all’interno” introdotta da un saggio del filosofo Silvio Ceccato nel 1973, olii e tempere coevi. Una ricerca pittorica incentrata su forme evocative e caratterizzata dalla sperimentazione nell’uso di maschere modulari ripetitive con cui realizzare delle velature stese a spruzzo sulla tela. Monnini sperimentatore quindi, ricercatore di tecniche pittoriche ma soprattutto un teorico che non disdegnò di accompagnarsi in quegli anni ad un cibernetico quale fu Silvio Ceccato.
Il suo lavoro di ricerca sfiorò anche l’ambito complesso del design e della decorazione. Importante fu la sua esperienza di disegnatore di tessuti al servizio delle maggiori case di moda, oltre che nell’ambito della grafica e della pubblicità, senza mai tradire il filone principale de “i percorsi Mentali”.
In mostra una quindicina di opere scelte tra olii, tecniche miste su carta e grafiche.
Alvaro Monnini partecipò al fermento creativo sorto nel dopoguerra che a Firenze prese il nome di “Astrattismo classico”. Un movimento questo che si affiancava idealmente a quello Romano di “Forma1” e a quello milanese del “MAC”. Ne firmò il manifesto nel 1950 assieme a Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Gualtiero Nativi e Mario Nuti; un manifesto d’intenti redatto dal filosofo Ermanno Migliorini.
“Astrattismo classico” parteciò a numerose mostre e rassegne internazionali dal 1947 al 1949 rifiutando però l’invito a partecipare alla XXV Biennale di Venezia del 1950 ponendosi su posizioni rigoriste e sociali, mettendo in pratica quanto esplicitamente detto invitando gli artisti “...a prendere coscienza della loro posizione nella società. ...” e “... a lasciare gli studi, a scendere tra gli uomini vivi.”
A quasi trent’anni dalla sua scomparsa e oltre quarant’anni dalla sua mostra tenutasi presso la Galleria Schubert, si ripropone il lavoro dello scomparso maestro con una mostra omaggio.
Saranno presentate, oltre alla cartella di grafica intitolata “Viaggi all’interno” introdotta da un saggio del filosofo Silvio Ceccato nel 1973, olii e tempere coevi. Una ricerca pittorica incentrata su forme evocative e caratterizzata dalla sperimentazione nell’uso di maschere modulari ripetitive con cui realizzare delle velature stese a spruzzo sulla tela. Monnini sperimentatore quindi, ricercatore di tecniche pittoriche ma soprattutto un teorico che non disdegnò di accompagnarsi in quegli anni ad un cibernetico quale fu Silvio Ceccato.
Il suo lavoro di ricerca sfiorò anche l’ambito complesso del design e della decorazione. Importante fu la sua esperienza di disegnatore di tessuti al servizio delle maggiori case di moda, oltre che nell’ambito della grafica e della pubblicità, senza mai tradire il filone principale de “i percorsi Mentali”.
In mostra una quindicina di opere scelte tra olii, tecniche miste su carta e grafiche.
Luoghi
www.schubert.it 02 54101633
da martedì a venerdì 11 - 19 - Lunedì 15-19 - chiuso sabato, domenica e festivi