Alondra Dali "Survival"
A cura di: Luciano Carini

Artista messicana che attualmente vive e lavora a Prato, Alondra Dali presenta un curriculum critico-espositivo di grande rilievo con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di Italia, Messico, Francia, Turchia e Stati Uniti d'America.
Attratta fin da bambina dal magico mondo dell'arte, ha frequentato prima l'Istituto di Cultura “Cabanas” di Guadalajara Jalisco e successivamente, per approfondire i suoi studi artistici, le botteghe dei più importanti artisti messicani. Di particolare interesse, dunque, anche il suo percorso formativo che, partito dal “figurativo”, si è in seguito avvicinato alla Avanguardie Storiche e in modo particolare all'Espressionismo Astratto dove l'intensità emotiva ed espressiva, tipica degli Espressionisti, si unisce all'estetica anti-figurativa e gestuale dei pittori astratti. Una ricerca lunga e costante, quella della nostra artista, e portata avanti con rigore e metodo scientifico per studiare a fondo i linguaggi dell'Astratto e dell'Informale e approdare infine ad un'espressione tutta sua, autentica e personale dove i vari ambiti di questo movimento (segnico, gestuale e materico) si fondono insieme in modo armonico e naturale. Arte come ragione di vita, dunque, come bisogno urgente e indispensabile di comunicare voci, emozioni e sentimenti e farsi denuncia umana ed esistenziale. E questo suo modo di procedere, questa sua costanza nella sperimentazione e nella ricerca portata avanti con tanta dedizione e sacrificio, ha iniziato a dare i suoi risultati al punto di essere chiamato ad esporre all'ultima Triennale di Roma dove la sua opera ha riscosso un notevole successo e innumerevoli citazioni critiche da parte dei più importanti esponenti della cultura artistica nazionale.
Alondra Dali si esprime con immagini di grande forza e potenza attraverso l'uso di colori intensi, a volte esplosivi, lasciati liberamente fluire, controllati nelle colature e nelle macchie, accompagnati sempre dal gesto deciso e sicuro a tracciare segni, tracciati, percorsi, sagome indefinite.
Una visione pittorica, quella della nostra artista, che tende sempre alla sintesi di
opposte tensioni, che appare nello stesso tempo analitica ed emozionale, progettuale e decostruttiva, comunque aperta sempre, ed in ogni caso, all’intervento e alle incursioni dell’istinto e dell’imprevedibile. Le sue forme dipinte irrompono con forza da abissi profondi, da sfondi vorticosi e multicolori, da orizzonti lontani. Sono percorse da deflagrazioni di colore che delimitano e circoscrivono mondi fantascientifici e irreali, un cosmo pulsante di vita e pieno di simboli. La superficie delle opere, spesso materica e densa, lavorata e scavata con fine abilità, è letteralmente investita da incandescenze pittoriche fantastiche, si gonfia e si dilata, crea spazi profondi ed immensi, elabora suggestioni intense, cattura l’osservatore. Un senso grandioso di mistero pervade i suoi quadri e spesso, dal centro della loro superficie, dove quasi sempre si posa l’occhio di chi guarda, si dipartono vortici iridescenti, frammenti e brandelli d’immagini che vivono di luce propria, una luce proveniente dall’interno e dalla materia stessa: una materia stesa con gestualità ampia e decisa, viva e palpitante, quasi irruente.
Espressione intensa, questa, dove tutto ciò che è umano ed esistenziale diventa motivo di approfondimento. L'artista mette così a nudo le debolezze umane (la superficialità, l'egoismo, l'arroganza, la voglia di apparire) e i suoi dipinti diventano un'impietosa fotografia dei nostri giorni, delle ansie e delle solitudini sempre più diffuse e dilaganti all'interno di una società, quella contemporanea, che sembra aver perduto ogni punto di riferimento.
La rassegna, che sarà introdotta dal gallerista e critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 25 novembre.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì giorno di chiusura
Luoghi
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