Alice Paltrinieri / Iacopo Pinelli "Non c’è niente da vedere"
Galleria Ramo è lieta di presentare non c’e niente da vedere. Alice Paltrinieri e Iacopo Pinelli non si sono mai incontrati prima, tuttavia convivono e dialogano insieme attraverso finestre e tendaggi. Da più di un secolo ciò che vediamo è aumentato in modo esponenziale. Il mondo visibile è stato tecnologizzato. Fotografia, cinema, pubblicità, TV, Internet, Google Street View, smartphone, Skype, Zoom, WhatsApp, Instagram, realtà virtuale e realtà aumentata creano un mare di nuovi modi di guardare a noi stessi. Soprattutto oggi, durante una pandemia, ci troviamo ad esplorare più il mondo online rispetto a quello offlineQuesto aumento delle informazioni visive potrebbe causare panico secondo il famoso documentarista Mark Cousins. Allora dove potremmo andare per prenderci una pausa da tutto?
Celata dietro un muro di fumo, Paltrinieri indaga lo spazio attraverso le sue sculture intitolate, W/Smoke, bloccando la visuale di un mondo oltre la finestra. Sarà proprio lo spettatore ad attivare le opere attraverso una serie di sensori strategicamente posizionati. Un piccolo foro, posto nella parte inferiore della scultura, permette alla macchina del fumo di iniettare velocemente una massa di nebbia tra le finestre coibentate, bloccando istantaneamente la vista dell'aldilà. Una finestra diventa muro tra due spazi. Quando i vapori avranno riempito completamente l’intercapedine tra i vetri, si avrà un momento per contemplare la nuvola grigiastra. Lentamente la scultura si svuota rilasciando la cremosa foschia tramite fori situati sulla parte superiore della scultura, permettendo allo spettatore di viaggiare lentamente indietro tra i due mondi creando così un momento di riposo da tutte le distrazioni visive circostanti.
Mentre Paltrinieri ci blocca la vista, Pinelli invita ad aprire un paio di tende chiuse, per esaminare lo spazio oltre il vuoto, attraverso una serie di lavori che indagano il tempo e il suo scorrere. Nascoste dietro le tende troviamo opere effimere, le ombre e le luci di oggetti di uso quotidiano si fissano sulla superficie grazie all'azione dei raggi solari che stimolano un supporto fotosensibile (gommapiuma). Su di essi si cristallizza un’immagine di vita quotidiana andando così a creare dei veri e propri paesaggi della memoria. Come una pianta che deve essere annaffiata, l’opera di Pinelli necessita di cura e protezione quando non utilizzata, riportando alla mente l’idea stessa di conservazione e preservazione. Ogni volta che l'opera viene scoperta, subisce delle trasformazioni che le vengono imposte dall’attività umana nel corso del tempo. Il titolo trae origine dalle ore di esposizione agli agenti atmosferici (es. “380”).
Se questa linea rappresenta lo spettro dell'onda elettromagnetica esistente, inclusa la luce visibile, questo è ciò che vediamo:
il resto:
è invisibile all'occhio umano. Dobbiamo limitare la vita a quel piccolo, bellissimo frammento visibile. Il mondo di Paltrinieri e Pinelli. Le nostre vite sono arazzi visivi tessuti dal pensiero, dal sentimento, dal movimento, dalla creazione, dal ridere, dall'amore, dalla paura, dal toccare, dalla lettura, dal gioco, dal ricordo, dal dolore, dal sogno e molto altro ancora. Paltrinieri e Pinelli focalizzano la nostra attenzione su ciò che è presente, su quel frammento di linea, costringendoci a prendere il nostro tempo per esaminare veramente cosa si nasconde dietro un muro o una tenda. Concentrarsi sul presente per tessere un arazzo di vita più costruttivo e solido.
Didascalie imagine:
Image taken form a screenshot of Alice Paltrinieri’s W/Smoke video by Pierpaolo Lo Giudice
Courtesy of Galleria Ramo & Alice Paltrinieri 2021