Alessandro Fara "Electri-City an infinite circle"
A cura di: Barbara Fragogna
La Fusion Art Gallery Inaudita presenta Electri-City an infinite circle, mostra personale di Alessandro Fara in occasione della quale l’artista presenterà un ciclo completo del suo progetto video Electri-City e un gruppo di lavori fotografici e installativi, Electri-City è un progetto in continua fase di realizzazione che tenta di indagare il rapporto tra naturale ed artificiale, tra spirituale e razionale, individuando l’elettricità come elemento fondamentale e punto di contatto tra questi concetti. Se agli albori dell’umanità i fenomeni elettrici dati da fulmini e temporali erano visti come qualcosa di affascinante, spaventoso, incontrollabile e in qualche modo divino, con il passare dei secoli e con l’evoluzione della tecnica l’uomo ha potuto sempre più dominare questo elemento naturale trasformandolo a seconda dei propri bisogni in luce, movimento, calore e in generale energia.
La mostra rientra nei circuiti di NEsxT, COLLA, ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Dai la scossa all’orrido
di Barbara Fragogna
“Il mio film è composto della materia di cui sono fatti gli incubi. Io ho paura di molte cose, ma soprattutto delle bocche e dei denti degli uomini…”– David Lynch
Un poeta maledetto. Alessandro Fara scatarra la bile, sfida l’urlo, spacca le orecchie e gli occhi, elettrifica il filo che tiene appesi al vuoto, infastidisce, provoca, sbanda, accieca, stordisce, disturba. Sardo, duro, stoico, sensibile, onesto, limpido. I mostri, maschere, bestie di richiami tradizionali atavici turbano gli incubi e cullano i sogni, gargolle anti-male, denuncia furiosa di maledizioni sociali. Maledizioni e bestemmie. Perché non è dei mansueti oramai il futuro, è dei ribelli attivi, dei costruttori di mazze sia intellettuali che artistiche e fisiche. Il discorso è un insulto esistenziale maturo, in una vita che è parodia del danno, solo i dannati danneggiano i cardini. Non è dei silenziosi né dei rassegnati e passivi il futuro. Le scariche elettriche innervano il golem, creatura fatta a pezzi, viva per miracolo. Creatura mitica, distruttore elettrico, demiurgo savio, obbrobrio umano con l’upgrade radioattivo, folle visione disperata.
Nei discorsi di Alessandro c’è il fuoco che brucia il pascolo in previsione (o profezia) di una nuova semina. Raccolto geneticamente mercificato, fallimento della passione, trionfo dell’immolato. I suoi idoli sono iene che ti ridono in faccia, sberleffano cravatte e fronzoli, illuminando un percorso di ostacoli e tagliole. Nel deserto dei crani spellati, vene e circuiti boicottano la pace del pensiero resiliente. Contraddicono la miseria con l’onore, l’onere e il fango. Nel buio lampeggia oltre le case e i paesaggi, nel campo magnetico trapassati della stessa materia siamo un tutt’uno. Ancora più ridicolo pensare alle divisioni, alle caste, le classi sociali i colori e i paesi, i confini labili che dalla pelle passano al palo qualsiasi logica di transizione. Solo una visione miracolosa e cieca non tradirà la sospensione di dio. Solo un suono allarmato potrà scassinare la cassatomba del mondo.
La mostra rientra nei circuiti di NEsxT, COLLA, ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Dai la scossa all’orrido
di Barbara Fragogna
“Il mio film è composto della materia di cui sono fatti gli incubi. Io ho paura di molte cose, ma soprattutto delle bocche e dei denti degli uomini…”– David Lynch
Un poeta maledetto. Alessandro Fara scatarra la bile, sfida l’urlo, spacca le orecchie e gli occhi, elettrifica il filo che tiene appesi al vuoto, infastidisce, provoca, sbanda, accieca, stordisce, disturba. Sardo, duro, stoico, sensibile, onesto, limpido. I mostri, maschere, bestie di richiami tradizionali atavici turbano gli incubi e cullano i sogni, gargolle anti-male, denuncia furiosa di maledizioni sociali. Maledizioni e bestemmie. Perché non è dei mansueti oramai il futuro, è dei ribelli attivi, dei costruttori di mazze sia intellettuali che artistiche e fisiche. Il discorso è un insulto esistenziale maturo, in una vita che è parodia del danno, solo i dannati danneggiano i cardini. Non è dei silenziosi né dei rassegnati e passivi il futuro. Le scariche elettriche innervano il golem, creatura fatta a pezzi, viva per miracolo. Creatura mitica, distruttore elettrico, demiurgo savio, obbrobrio umano con l’upgrade radioattivo, folle visione disperata.
Nei discorsi di Alessandro c’è il fuoco che brucia il pascolo in previsione (o profezia) di una nuova semina. Raccolto geneticamente mercificato, fallimento della passione, trionfo dell’immolato. I suoi idoli sono iene che ti ridono in faccia, sberleffano cravatte e fronzoli, illuminando un percorso di ostacoli e tagliole. Nel deserto dei crani spellati, vene e circuiti boicottano la pace del pensiero resiliente. Contraddicono la miseria con l’onore, l’onere e il fango. Nel buio lampeggia oltre le case e i paesaggi, nel campo magnetico trapassati della stessa materia siamo un tutt’uno. Ancora più ridicolo pensare alle divisioni, alle caste, le classi sociali i colori e i paesi, i confini labili che dalla pelle passano al palo qualsiasi logica di transizione. Solo una visione miracolosa e cieca non tradirà la sospensione di dio. Solo un suono allarmato potrà scassinare la cassatomba del mondo.
Luoghi
http://www.fusionartgallery.net +39 3493644287