Aldo Salucci "Mud"
A cura di: Massimiliano Bisazza
Aldo Salucci torna ad esporre in Brera a Milano con un nuovo progetto fotografico che riprende il tanto amato tema dell'acqua ma stravolgendone il punto di vista contenutistico e filosofico estetico. Se nella mostra presentata nel 2016 la poetica dell'acqua si fondava sul principio delle superfici rifrante; oggi scende nel profondo e scandaglia metaforicamente i fondali dell'elemento vitale, abbinando ad essi significati e significanti imputabili alla metafora dell'inconscio.
Il termine anglosassone “mud”, nella traduzione italiana, descrive ciò che è fangoso; ma in senso figurato può riferirsi anche a qualcosa di “denigratorio in senso elogiativo del termine” e in questo progetto fotografico riesco a scorgere un l'intento semantico che in questa parola emerge dal latino “niger”, cioè “nero”, parafrasandone così un contenuto che narra quei fondali oscuri - neri appunto, ndr. - che allegoricamente sono ascrivibili a quei momenti bui in cui versa lo scorrere delle acque della vita di ognuno di noi e dell'artista in primis.
Scatti onirici che passano dalla luce intensa dei colori sfavillanti al buio delle profondità dell'anima riescono ad emozionare il fruitore conducendolo per mano in un mondo “altro”, dove si riescono a scorgere emozioni, sensazioni e vissuti personali, intimi e intensi.
Immagini ci accolgono dalle pareti della galleria, ci osservano e ci raccontano eventi soffusi ma paradossalmente dotati di un clamore concettuale arbitrario; vallate di ricordi si stagliano sui supporti, ci mostrano dettagli lenticolari, sui quali possiamo virtualmente inerpicarci col pensiero. Tracce vulcaniche con rossi accesi e lapilli che sfrecciano in “voluttuose” circonferenze; mentre ellissi si dipanano davanti al nostro sguardo.
Fotografie intense che confessano proponimenti nascosti, desideri sopiti, accadimenti alterati dalle vicissitudini del quotidiano che a volte ci fa gioire ma altrettanto sa infliggerci dolori o sofferenze indicibili e soprattutto inaspettate.
L'acqua dunque è sempre fautrice di vita ma può nascondere anche segreti che in quanto tali sono privati e confidenziali dove la capacità creativa dell'artista è palesata nel saper donare tante e tali sfumature ricche di lirismo e riletture inventive, fantasiose o....legate al suo vissuto. In questo progetto è il “vissuto” che di fatto fa la differenza e che si incastona come una pietra preziosa nell'equilibrio compositivo dell'opera d'arte. Salucci sa renderla unica e preziosa al contempo senza mai tralasciarne il contesto filosofico-estetico conferendo quel tocco elegante e piacevole alla composizione, al bilanciamento e alla cromia delle opere esposte.
Il termine anglosassone “mud”, nella traduzione italiana, descrive ciò che è fangoso; ma in senso figurato può riferirsi anche a qualcosa di “denigratorio in senso elogiativo del termine” e in questo progetto fotografico riesco a scorgere un l'intento semantico che in questa parola emerge dal latino “niger”, cioè “nero”, parafrasandone così un contenuto che narra quei fondali oscuri - neri appunto, ndr. - che allegoricamente sono ascrivibili a quei momenti bui in cui versa lo scorrere delle acque della vita di ognuno di noi e dell'artista in primis.
Scatti onirici che passano dalla luce intensa dei colori sfavillanti al buio delle profondità dell'anima riescono ad emozionare il fruitore conducendolo per mano in un mondo “altro”, dove si riescono a scorgere emozioni, sensazioni e vissuti personali, intimi e intensi.
Immagini ci accolgono dalle pareti della galleria, ci osservano e ci raccontano eventi soffusi ma paradossalmente dotati di un clamore concettuale arbitrario; vallate di ricordi si stagliano sui supporti, ci mostrano dettagli lenticolari, sui quali possiamo virtualmente inerpicarci col pensiero. Tracce vulcaniche con rossi accesi e lapilli che sfrecciano in “voluttuose” circonferenze; mentre ellissi si dipanano davanti al nostro sguardo.
Fotografie intense che confessano proponimenti nascosti, desideri sopiti, accadimenti alterati dalle vicissitudini del quotidiano che a volte ci fa gioire ma altrettanto sa infliggerci dolori o sofferenze indicibili e soprattutto inaspettate.
L'acqua dunque è sempre fautrice di vita ma può nascondere anche segreti che in quanto tali sono privati e confidenziali dove la capacità creativa dell'artista è palesata nel saper donare tante e tali sfumature ricche di lirismo e riletture inventive, fantasiose o....legate al suo vissuto. In questo progetto è il “vissuto” che di fatto fa la differenza e che si incastona come una pietra preziosa nell'equilibrio compositivo dell'opera d'arte. Salucci sa renderla unica e preziosa al contempo senza mai tralasciarne il contesto filosofico-estetico conferendo quel tocco elegante e piacevole alla composizione, al bilanciamento e alla cromia delle opere esposte.
Luoghi
http://www.statuto13.it 02 62695137 347 2265227
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato