Aldo Salucci. Aquaticus
A cura di: Massimiliano Bisazza
“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.”
(cit.Margaret Atwood)
Il soggetto dell’acqua è ricorrente nella poetica di Salucci: decontestualizzata dal suo habitat primigenio, viene fotografata – l’idea del dagherrotipo è vincente in questo senso – e spostata in un ambiente privato, con la volontà di poterne godere i benefici visivi e cinestetici proprio al di fuori del suo ecosistema naturale.
L’acqua è un elemento che offre una magia tutta sua; per immagini e per sensazioni, e Aldo Salucci prova quella felicità che, secondo il suo “sentire” di uomo e di artista, solo questo elemento vitale sa donare.
Ciò che è in natura secondo l’artista è comunque associabile alla perfezione, anche se è allo stato grezzo o embrionale. Abbinando questo pensiero ad una fotografia tecnicamente impeccabile, sia per la risoluzione che per la scelta del supporto d-bond, stilisticamente “pulita”, possiamo scorgere un paesaggio naturale che al contempo non è reale in quanto è idealizzato, interiorizzato, sensoriale…personalissimo.
Quando si osservano le opere di Aldo Salucci credo sia indispensabile approcciarsi alla poetica della bellezza con un atteggiamento ludico e mai troppo serioso. L’idea di fondo è quella filosofico-estetica dove la ricerca della perfezione ideale è portante tanto quanto l’intento che ne scaturisce è una sana sensazione di pace, di apprezzamento della Natura naturans (Giordano Bruno docet, ndr.), poiché perfetta in quanto tale e per sua entità.
Gli scatti fotografici che per la prima volta sono esposti in Italia rappresentano la modalità espressiva alla quale l’artista connota una profonda esigenza di esprimersi attraverso la propria creatività.
(cit.Margaret Atwood)
Il soggetto dell’acqua è ricorrente nella poetica di Salucci: decontestualizzata dal suo habitat primigenio, viene fotografata – l’idea del dagherrotipo è vincente in questo senso – e spostata in un ambiente privato, con la volontà di poterne godere i benefici visivi e cinestetici proprio al di fuori del suo ecosistema naturale.
L’acqua è un elemento che offre una magia tutta sua; per immagini e per sensazioni, e Aldo Salucci prova quella felicità che, secondo il suo “sentire” di uomo e di artista, solo questo elemento vitale sa donare.
Ciò che è in natura secondo l’artista è comunque associabile alla perfezione, anche se è allo stato grezzo o embrionale. Abbinando questo pensiero ad una fotografia tecnicamente impeccabile, sia per la risoluzione che per la scelta del supporto d-bond, stilisticamente “pulita”, possiamo scorgere un paesaggio naturale che al contempo non è reale in quanto è idealizzato, interiorizzato, sensoriale…personalissimo.
Quando si osservano le opere di Aldo Salucci credo sia indispensabile approcciarsi alla poetica della bellezza con un atteggiamento ludico e mai troppo serioso. L’idea di fondo è quella filosofico-estetica dove la ricerca della perfezione ideale è portante tanto quanto l’intento che ne scaturisce è una sana sensazione di pace, di apprezzamento della Natura naturans (Giordano Bruno docet, ndr.), poiché perfetta in quanto tale e per sua entità.
Gli scatti fotografici che per la prima volta sono esposti in Italia rappresentano la modalità espressiva alla quale l’artista connota una profonda esigenza di esprimersi attraverso la propria creatività.
Luoghi
http://www.statuto13.it 02 62695137 347 2265227
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato