Alberto Casiraghy.Il pulcino patafisico, per non parlar dell’elefante
A cura di: Di Alessia Locatelli e Francesco Di Paolo
Nasce da un atto di amore l’avventura editoriale e artistica di Alberto Casiraghy, quello di salvare dalla demolizione una Audax Nebiolo, macchina da stampa a caratteri mobili. Chiarissimo per fama, sappiamo tutto di lui. Eppure un suo aforisma, “ Il candore eccessivo è un pianeta tutto da scoprire”, pare suggerire, poeticamente, che esiste un Casiraghy ancora da scoprire. Che va cercato nella sua opera pittorica e grafica, ancora poco esplorata, più che in quella letteraria. Attorniato nella sua casa-studio da oggetti raccolti a Sinigaglia, egli trae ispirazione, per i suoi personaggi combinati, da un pettine, da un imbuto, dalla gidouille di Padre Ubu. E’ Patafisica? Quei palloncini rossi sopra la città. E quelle creste, quelle bocche a denti di sega, quegli innesti incongrui? Casiraghy, se vuole, riesce a contraddire anche le navi, figuriamoci se stesso. Si nutre di metamorfosi per giungere al paradosso iconografico. Basti pensare al logo delle sua casa editrice: un pulcino con la testa di elefante! Ma c’è qualcosa di più inaudito e bizzarro nei bestiari medievali? Nelle chimere dell’antichità? Pare che l’abbia concepito quando aveva diciassette anni. E se si trattasse di un’allegoria? Di un rimando alla disgregazione di un ordine morale e alla sua riaggregazione mostruosa e caotica? A differenza degli scritti poetici e aforistici dove la riflessione sul mondo è benevola e svagata, il repertorio grafico è caricaturale, trabocca di occhi che spiano, di denti pronti a mordere. C’è dunque nella sua opera un doppio registro: quello arguto, letterario e quello sferzante, artistico. La personale allo Spazio Ostrakon ruota intorno al secondo, col corollario, immancabile in mostra, di alcuni suoi libretti storici, nonchè di due nuovissimi, stampati per l’occasione in trenta copie, illustrati da Kika Bohr e Monika Wolf, recanti rispettivamente il numero di edizione 9197 e 9199. Saranno anche esposti alcuni cliché realizzati in legno di bosso dallo scomparso incisore Adriano Porazzi. Saranno infine esposte le stampe giclée di Francesco Di Paolo tratte dalle incisioni del Porazzi su disegni di Casiraghy.
Luoghi
www.spazioostrakon.it 3312565640
Orari: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30