28/11/2014  al 18/12/2014

Akiko Kayano e Tomoko Sakaoka. Techne

A cura di: Tiziana Tommei

Akiko Kayano e Tomoko Sakaoka. Techne
Esiste l’arte senza la norma? La creazione artistica è prodotto della fantasia e dell’ispirazione o dell’applicazione di regole apprese e affinate nel corso del tempo e, più nello specifico, di un processo che attiene alla ragione? Zolle cromatiche e schegge di luce; un’infinità di punti, microtocchi di pennello. Polveri derivati da elementi naturali, acqua, colla di cervo, gesso e foglia d’argento su tela preparata a gesso. Pigmenti in polvere, tuorlo d’uovo, acqua, colla di coniglio e uno strumento molto fine per applicare il colore su tavola. Molteplici sovrapposte stesure di colore su tela e giustapposizioni cromatiche a tratteggio, fino al pointillisme. Astrattismo e figurazione. 
Da un lato la tecnica Nihon-ga, stile di pittura rispondente all’utilizzo di materiali e all’applicazione di norme proprie della tradizione giapponese; dall’altro la pratica della tempera all’uovo, descritta nel trattato sulla pittura di Cennino Cennini, e riproposta con metodo puntinista e divisionista. Finestre, animali, paesaggi, figure umane e oggetti ordinari, catturati dal quotidiano e intrappolati in un fare tecnico di assoluta abnegazione verso la norma. Ordine, struttura, ragione. Tutto il mondo di Tomoko Sakaoka è compreso, espresso e restituito entro schemi mentali organizzati e costituiti sulla base di regole compositive e tecniche. Il taglio da istantanea, la luminosità intrinseca, la pulizia estrema della costruzione, la tendenza alla bidimensionalità, sono elementi del lavoro di Sakaoka. Ogni soggetto rappresentato non è scelto per ragioni tematiche, ma formali. L’ultima serie di panchine nel parco ne rende conto: siamo di fronte alla ripetizione ossessiva di un medesimo tema, che sottende una spinta inesauribile alla sperimentazione formale e al perfezionamento della tecnica. Il mondo di Tomoko è una realtà sospesa in cui nulla è affidato al caso, e dove tutto appare imperturbabile ed incorruttibile. Moduli geometrici e linee architettoniche definiscono ogni aspetto, in ossequio ad una dichiarata ascendenza pierfrancescana. L’artista afferra in scatti fotografici i luoghi e le presenze che abitano la sua vita e li traspone in pittura inquadrandoli e depurandoli da ogni possibile contingenza, da qualsivoglia fatalità. 
Una musica lenta e discreta, una danza elegante e fluente, uno spazio emozionale e denso: siamo di fronte alle opere di Akiko Kayano. Si è rapiti da un flash e subito dopo avvolti e immersi in una dimensione spirituale, in creazioni che toccano e coinvolgono tutti i sensi. Si può dare forma al mondo interiore? Ai moti dell’anima? A sentimenti ed emozioni? Kayano ci riesce attraverso un iter creativo non immediato, ma graduale, ponderato, meticolosamente perseguito. C’è la volontà di sondare e trasferire sulla tela ciò che attiene alla profondità dell’animo umano. Kayano non rappresenta nulla di materiale, non rappresenta l’uomo, ma scava nell’interiorità e traduce in segno e colore ciò che non attiene alla realtà sensibile. La preziosità della materia - i pigmenti ricavati da polveri di minerali, pietre e conchiglie e la commistione della foglia d’argento alla pittura – la ricercatezza dei colori e la morbidezza di stesura, concorrono a rendere l’aspetto meditativo e di trascendenza del reale quali aspetti identificativi dell’opera di quest’artista. I titoli scelti sono parlanti: Animo, Risonanza, Blue in blue, Pioggia di raggi, Area. La tecnica, studiatissima e gravida di significato, si fonde con la sfera emotiva, psicologica e di analisi interiore. Segni distintivi: luce, sonorità, interiorità, colore e soggettività. 

 

Luoghi

  • Galleria33 - Arezzo - Via Garibaldi, 33 - Arezzo
             339 8438565

    Orario: lun-ven 16.30-19.30, sab 11-13 e 17-19.30

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