Adel Abdessemed "Candele Candelotti e Sei Lumini "
Per la sua prima personale presso la Galleria Alfonso Artiaco, dal titolo "Candele Candelotti e Sei Lumini", Adel Abdessemed presenta 31 opere inedite della serie Cocorico Paintings, 2016 -2018, accompagnate da nuovi disegni su carta e dal video Un Chat noir passé entre nous, 2018.
‘Da sempre Adel Abdessemed, è affascinato dai materiali con i quali decide di realizzare le proprie opere. Il materiale in uso è allora parte essenziale del suo acte: nel proprio idioletto Adel Abdessemed definisce le sue opere come actes, atti. Di fatto l`artista non si limita a sfruttarne le caratteristiche specifiche e le potenzialità d’uso, e accentua e valorizza le qualità culturali e storiche che ogni materiale possiede: dalla lana all’hascisc, dai metalli (acciaio, bronzo, alluminio, rame, oro) alla terracotta, dai marmi (il bianco di Carrara, il nero del Belgio) al filo spinato, dal vetro agli animali imbalsamati e al legno bruciati, dall’avorio al sale minerale, dalle gomme all’osso di cammello, dalla porcellana alla giada e alla lacca, dalla creta cruda al gesso, dalle resine epossidiche alla plastilina.
La prima volta che ha utilizzato la latta stampata, usata per fabbricare contenitori di vario genere, dal cibo alle sostanze chimiche, è stato nel 2005 con un'opera di modeste dimensioni, mai esposta, dal titolo Monsieur Poulet, in riferimento diretto al film Cocorico Monsieur Poulet, 1974, firmato "Dalarou", in cui -"rou" sta per Jean Rouche, Parigi 1917 - Birni N'Konni 2004, il cineasta e antropologo francese, creatore del cinéma vérité e pioniere dell'antropologia visiva.
E' poi la volta nel 2007 della "famiglia" delle Queen Mary II, e quindi della vasta e fortunata serie dei Mappemondes fra il 2010 e il 2014.
Nel corso del 2016 Adel Abdessemed da inizio ai Cocorico Paintings, la cui denominazione si riferisce ancora al titolo del film di Rouche &Co, e la cui produzione é ancora in corso. Adel Abdessemed affronta, a suo modo, la pittura e la sua gloriosa storia multimillenaria. In ogni quadro é inscritta, senza variazione di materiale e per lo più in basso a sinistra, una parola o una frase. Non si tratta nè di un titolo, nè di un'indicazione semantica o narrativa, nè tanto meno di uno slogan che si stagli sul fondo pittorico: si tratta piuttosto come di una nota a margine, da cui emerge tutto il potenziale evocativo del caso che ogni volta riunisce parole e fondo.
Adel Abdessemed ha subito da sempre il fascino della parola, come dimostrano i titoli che da di volta in volta alle proprie opere e che, lungi da essere descrittivi, innescano un processo di interazione spesso di grande intensità emotiva con l'icona, qualsiasi forma venga ad assumere, dal video alla scultura, ma anche quando utilizza un'espressione verbale come forma essenziale dell'opera: dai neon, a partire da Exit, 1996-2009, fino a Thanks Facebook, 2012, alla scrittura manuale come, fra altre, in quell'opera seminale che é La Naissance de MohammedKarlpolpot, 1999.
Per "Candele Candelotti e Sei Lumini" i testi inseriti sono di origine e lingue diverse, dall'Italiano, che resta prevalente, al Francese e all'Inglese, che Adel Abdessemed ha raccolto da amici italiani e non, ha letto in Roberto Saviano, ha ascoltato da Toto', ha ricavato dalla toponomastica mitica partenopea.’ (Pier Luigi Tazzi)
‘Da sempre Adel Abdessemed, è affascinato dai materiali con i quali decide di realizzare le proprie opere. Il materiale in uso è allora parte essenziale del suo acte: nel proprio idioletto Adel Abdessemed definisce le sue opere come actes, atti. Di fatto l`artista non si limita a sfruttarne le caratteristiche specifiche e le potenzialità d’uso, e accentua e valorizza le qualità culturali e storiche che ogni materiale possiede: dalla lana all’hascisc, dai metalli (acciaio, bronzo, alluminio, rame, oro) alla terracotta, dai marmi (il bianco di Carrara, il nero del Belgio) al filo spinato, dal vetro agli animali imbalsamati e al legno bruciati, dall’avorio al sale minerale, dalle gomme all’osso di cammello, dalla porcellana alla giada e alla lacca, dalla creta cruda al gesso, dalle resine epossidiche alla plastilina.
La prima volta che ha utilizzato la latta stampata, usata per fabbricare contenitori di vario genere, dal cibo alle sostanze chimiche, è stato nel 2005 con un'opera di modeste dimensioni, mai esposta, dal titolo Monsieur Poulet, in riferimento diretto al film Cocorico Monsieur Poulet, 1974, firmato "Dalarou", in cui -"rou" sta per Jean Rouche, Parigi 1917 - Birni N'Konni 2004, il cineasta e antropologo francese, creatore del cinéma vérité e pioniere dell'antropologia visiva.
E' poi la volta nel 2007 della "famiglia" delle Queen Mary II, e quindi della vasta e fortunata serie dei Mappemondes fra il 2010 e il 2014.
Nel corso del 2016 Adel Abdessemed da inizio ai Cocorico Paintings, la cui denominazione si riferisce ancora al titolo del film di Rouche &Co, e la cui produzione é ancora in corso. Adel Abdessemed affronta, a suo modo, la pittura e la sua gloriosa storia multimillenaria. In ogni quadro é inscritta, senza variazione di materiale e per lo più in basso a sinistra, una parola o una frase. Non si tratta nè di un titolo, nè di un'indicazione semantica o narrativa, nè tanto meno di uno slogan che si stagli sul fondo pittorico: si tratta piuttosto come di una nota a margine, da cui emerge tutto il potenziale evocativo del caso che ogni volta riunisce parole e fondo.
Adel Abdessemed ha subito da sempre il fascino della parola, come dimostrano i titoli che da di volta in volta alle proprie opere e che, lungi da essere descrittivi, innescano un processo di interazione spesso di grande intensità emotiva con l'icona, qualsiasi forma venga ad assumere, dal video alla scultura, ma anche quando utilizza un'espressione verbale come forma essenziale dell'opera: dai neon, a partire da Exit, 1996-2009, fino a Thanks Facebook, 2012, alla scrittura manuale come, fra altre, in quell'opera seminale che é La Naissance de MohammedKarlpolpot, 1999.
Per "Candele Candelotti e Sei Lumini" i testi inseriti sono di origine e lingue diverse, dall'Italiano, che resta prevalente, al Francese e all'Inglese, che Adel Abdessemed ha raccolto da amici italiani e non, ha letto in Roberto Saviano, ha ascoltato da Toto', ha ricavato dalla toponomastica mitica partenopea.’ (Pier Luigi Tazzi)
Luoghi
http://www.alfonsoartiaco.com 081 497 6072