Achille Quadrini “Non solo bianco”
A cura di: Testo di Pippo Cosenza
“Non solo Bianco” è l’ultima produzione di Achille Quadrini, opere realizzate attraverso l’applicazione di resine, colle e una maglia di diverso materiale riciclato (tela, metallo, legno, carta e cartoni ……. ) che modellata, plasmata ed inglobata su un supporto piano selezionato, concretizza una nuova superficie corrugata che modula con la sua plasticità effetti inconsueti su una campitura monocromatica, offrendo orizzonti inediti nella percezione dello spazio di una tela; fanno parte della stessa mostra opere che Achille realizza su tela lavorando il supporto al rovescio, utilizzando una sua tecnica che da luogo ad un singolare effetto di ”tessuto non tessuto” . Il tutto è frutto di una ricerca incentrata sull'assenza di colore, sul silenzio cromatico. Niente graficismi o particolari cromie ma l'uso di una materia duttile e plasmabile che si fa idea e rappresentazione prospettica, architettura e forma, segno e simbolo, un metalinguaggio per manifestare attraverso la sua intima struttura la trasposizione dell'essere e dello spirito. Raccontare, con le provocatorie singolarità del monocromo, paesaggi sicuramente più emotivi e intimi, più psicologici e bizzarri, più critici e impudenti dell'immediatezza naturalistica.
Achille Quadrini privilegia, in questa occasione, il colore bianco, il colore della luce, l'unico colore che racchiude in se tutti i colori dello spettro luminoso, simbolo della fase vitale, emblema della spiritualità, della purezza, della speranza, dei nobili sentimenti e della fiducia negli uomini e nel mondo, concretizza con la sua monocromia una non pittura libera dai legacci e dai vincoli della rappresentazione figurativa e iconica, una totale rinuncia all'immagine e al segno per risolvere il conflitto tra figurazione e astrazione, tra opera e idea, tra visibile ed invisibile, tra tangibile ed intangibile.
Achille si muove sulla scia di vari artisti delle avanguardie europee, basti pensare ai Monocrome di Yves Kleine di Bernard Aubertin, al quadrato nero di Kazimir Malevic, agli achrome di Piero Manzoni, alle invenzioni cromatiche americane di Barnett Newman, Mark Rothko e Ad Reinhardt, all'Informale, all'Astrattismo ed in particolare pensare a Lucio Fontana, padre dello spazialismo, che con le sue campiture monocrome dava vita ad una geniale prospettiva d'infinita spazialità, acuita col gesto rivoluzionario e scultoreo del "taglio" e del "buco". Anche Achille come parecchi artisti italiani si confronta con il tema del monocromo, compiendo una scelta non fine a se stessa ma come espressione di una contestazione, connotando il monocromo come una presa di posizione e di rottura con la tradizione. la superficie della tela diventa per lui il terreno dove esprimere il suo astratto artefatto del pensiero e dove si compie e si risolve la sua speculazione concettuale attraverso la non pittura che verrà letta dai visitatori come pittura.
Achille Quadrini privilegia, in questa occasione, il colore bianco, il colore della luce, l'unico colore che racchiude in se tutti i colori dello spettro luminoso, simbolo della fase vitale, emblema della spiritualità, della purezza, della speranza, dei nobili sentimenti e della fiducia negli uomini e nel mondo, concretizza con la sua monocromia una non pittura libera dai legacci e dai vincoli della rappresentazione figurativa e iconica, una totale rinuncia all'immagine e al segno per risolvere il conflitto tra figurazione e astrazione, tra opera e idea, tra visibile ed invisibile, tra tangibile ed intangibile.
Achille si muove sulla scia di vari artisti delle avanguardie europee, basti pensare ai Monocrome di Yves Kleine di Bernard Aubertin, al quadrato nero di Kazimir Malevic, agli achrome di Piero Manzoni, alle invenzioni cromatiche americane di Barnett Newman, Mark Rothko e Ad Reinhardt, all'Informale, all'Astrattismo ed in particolare pensare a Lucio Fontana, padre dello spazialismo, che con le sue campiture monocrome dava vita ad una geniale prospettiva d'infinita spazialità, acuita col gesto rivoluzionario e scultoreo del "taglio" e del "buco". Anche Achille come parecchi artisti italiani si confronta con il tema del monocromo, compiendo una scelta non fine a se stessa ma come espressione di una contestazione, connotando il monocromo come una presa di posizione e di rottura con la tradizione. la superficie della tela diventa per lui il terreno dove esprimere il suo astratto artefatto del pensiero e dove si compie e si risolve la sua speculazione concettuale attraverso la non pittura che verrà letta dai visitatori come pittura.
Luoghi
http://www.artestudiogallery.it 333 9242084
(Arco di Traiano) - Orario: aperto il martedì e giovedì, dalle 17 alle 19, e su appuntamento Ingresso libero