21/11/2019  al 07/01/2020

Achille Perilli, Works. Opere dal 1958 al 2008

A cura di: Aldo Marchetti

Achille Perilli, Works. Opere dal 1958 al 2008 Giovedì 21 novembre alle ore 18.30 presso la Galleria d'arte Marchetti di Roma, sita in Via Margutta 8, sarà inaugurata la mostra Achille Perilli, Works. Opere dal 1958 al 2008 a cura di Aldo Marchetti. L'esposizione presenterà al pubblico una selezione di opere del Maestro Perilli. Oltre alle opere su tela, sarà esposta l'importante scultura in legno di olmo, Il Laocoonte, datata Anno 2000 e una splendida tempera su carta del 1961, Senza titolo.
 
Achille Perilli nasce a Roma. Classe 1927, Perilli è oggi uno tra i più importanti Maestri di origine romana, ampiamente riconosciuto dalla Storia dell'Arte e particolarmente attenzionato del collezionismo internazionale. Nel 1947 insieme agli artisti Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Sanfilippo e Turcato crea il il gruppo FORMA 1 condividendo con loro i principi descritti nel Manifesto per la nascita di un'arte "della forma pura''. Il Gruppo FORMA 1 dichiarava l'autonomia della forma, del segno e del colore rispetto alle figurazioni realistiche e simboliste che dominavano il linguaggio dell'arte nazionale nel periodo bellico e in quello immediatamente successivo, prima dell'insorgere dei ''focolai'' dell'Astrattismo. I viaggi a Parigi misero Perilli in contatto con i più grandi esponenti del Surrelismo, la frequentazione e la conoscenza delle loro opere lo condussero verso una ''liberazione'' pittorica che gli concesse la perfetta trasposizione della forma in puro segno. Gli Anni'50 videro infatti la sua pittura rendersi ''astratta e concreta''. Il segno di Perilli, definito dall'artista:''segno nevrotico dell'irrazionale'', dagli Anni '50 traccia e descrive l'unione totale tra il dipinto, l'uomo e la vita. La libertà concessa dall'affermazione di questo automatismo pittorico, negli anni rimase comunque ancorata ad un solido desiderio di forma elaborata attraverso una gestualità controllata che ha tenuto, e attualmente  tiene, l'opera di Perilli in stretta relazione con gli accadimenti del vero del reale. Gli Anni '60 videro la partecipazione di Achille Perilli alla Biennale di Venezia in due edizioni (XXXI e XXXIV edizione), entrambe fondamentali per definire due diversi e consequenziali momenti del suo percorso artistico. La Sala Personale a lui dedicata per la Biennale del 1962 ha consacrato l'importante lavoro dedicato ai ''Fumetti'', di cui in mostra sono presenti diversi esempi, tra questi l'opera Green lantern datata 1962 . Per la Biennale del 1968 furono presentate una serie di opere che manifestavano la ricerca di una ancora più pura astrazione, importanti lavori in cui era possibile leggere l'orientamento del segno, generatore di forma, verso un concetto definito dal Maestro''irrazionale geometrico''. Tra la fine degli Anni '60 e l'inizio degli Anni '70 l'opera di Perilli divenne sempre più raffinata, solida, bidimensionale e severamente controllata nella definizione libera ma perfettamente prospettica dei piani geometrici, come ben visibile nelle opere presenti in mostra: Replica uno e Obliques. La sua pittura dagli Anni '70 palesa l'esperienza della sintesi completa tra immaginazione e razionalità, il segno non perde mai il suo valore di cardine e strumento, ma realizza griglie geometriche e strutture sempre più complesse (anche spigolose e vertiginosamente acute dagli Anni '80) capaci di ospitare la libertà e l'emozione del purissimo colore, come ben visibile nell'opera Miserable et glorieus. Negli Anni '90, ancora di più dall'inizio degli Anni 2000, l'attenzione di Perilli si concentra sulle cromie. Nei lavori dell'ultimo periodo è possibile notare come il colore sembra destrutturare la forma stessa, manifestando una nuova evoluzione della sua ricerca pittorica ben presentata, tra le altre, dalle opere: Al centro il cuore, Rosa mattutino, Andare piano, Ovaloide e Ovaloide bis. Un ulteriore progresso perfettamente descritto da Nadja Perilli nel testo in catalogo: ''alla geometria irrazionale si sostituisce un'epidermide dipinta, dove delicatamente, con saggezza e consapevolezza matura, fuoriescono leggerissime differenze quasi invisibili all'occhio naturale, le quali compongono un insieme di suggestioni spaziali rimandanti all'assurdo più che all'irrazionale, nascondendo una complessità di piani adimensionalmente poetici (...) Una poetica che scioglie la geometria in un'armonia spontanea, un'elaborazione personalissima del colore come sostanza organica, automatica, sensibile, preponderante''.

Luoghi

  • Galleria Marchetti - Via Margutta, 8 - Roma
             06 3204863    06 3204863

    orario:lun 16.30-19.30; mar-sab 10.30-13 e 16.30-19.30

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