40 CAPPELLI ‘40
A cura di: Donatella Airoldi, Mavi Ferrando
Nella settimana della moda un’insolita mostra d’arte contemporanea costituita da un’installazione a tutto spazio di cappelli scultura indossabili e acquistabili all’asta a fine mostra con ricavi a favore della LILT, Nastro Rosa. Tutti i cappelli di base sono stati donati dall’artista Rosanna Veronesi.
artisti: Silvia Abbiezzi, Giovanni Bai, Giuliana Bellini, Luisa Bergamini, Adalberto Borioli, Maria Amalia Cangiano, Chiò, Silvia Cibaldi, Elena Ciuti, Mercedes Cuman, Albino De Francesco, Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Anna Finetti, Barbara Gabotto, Ornella Garbin, Giacomo Guidetti, Jane Kennedy, Anna Lenti, Pino Lia, Ruggero Maggi, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Annalisa Mitrano, Patrizia Pompeo, Tiziana Priori, Antonella Prota Giurleo, Rossella Roli, Raffaele Romano, Serena Rossi, Sergio Sansevrino, Evelina Schatz, Roberto Sommariva, Anna Spagna, Armando Tinnirello, Armanda Verdirame, Rosanna Veronesi, Monika Wolf, Peppa Zampini.
Donatella Airoldi
Cappello cappello delle mie brame qual é la più bella del Reame?
Il Cappello, da ogni dove, trasforma, interpreta, svilisce, amplifica i particolari che vuoi o li nasconde per l’eterno tempo.Vi è la possibilità di divenire gnomo spicciolo in un bosco coperto di viole mammole o elfo visionario di ciechi specchi che s’insabbiano nelle profondità di squarci di cemento nero fuligginosamente trasparente.
In questa mostra ci sono cappelli d’ogni poesia: rosso purpureo, azzurro-sfumato in bianco con riccioli verdi, puoi essere il mago della saggezza antica, l’acerrimo nemico spietato, la vite che ti arrovella il cervello, il fiore da fondo di bottiglia sagomato indistruttibile, il delfino di corte, il comandante di vascello, l’alchimista propulsivo, il filo di plastica che ti annoda la rete o il panama che è il cappello dal quale ogni artista è partito.
Il cappello t’alza, t’abbassa, ti sgualcisce l’abito, ti trasforma in netturbino nella città nascente, ti s’addice come un indice indicativo che s’innalza dalla mano e giudica gli astanti. Puoi decidere ogni cosa, il verdetto dipenderà da quale cappello avrai, a punta, ammorbidito, spiaccicato al muro frontale posto alla tua vita.
Dovrai saperlo scegliere, dovrai dosare ironia, sagacità, spensieratezza, dolore che attraverserà corpo e unghie incarnite nella devastata speranza di raggiungere l’ambita riva.
Ti chiederanno perché indossi proprio quel cappello, perché quel bordo di legno sagomato a onda di mare, o perché quei fiori finti a spinotti accesi o in alternanza spenti, e quelle banconote slavate che ornano il cappello, finti soldi di carta incollati e schiacciati a forma di fiore.
Dovrai incorporare coscienza storica e cibi rappresi, trascorrere l’infanzia ad architettare infiorescenze mai viste, costruzioni articolate con l’intermittenza della pila da coccinelle o boy scout persi nella nebbia. Cappelli strani ed esplosivamente intercettati da piccole bizzarre architetture composte da foglie, o da rami d’albero di melo con bacche rosse, o ricamate da piccoli occhi di ceramica lucida che ti proteggeranno quando avanzerai tra i terreni bui e le tane nascoste di luoghi inesistenti. Saranno i castelli delle tue nuvole bianche: cappelli aristrocratici, eleganti, comici, dandy, popolani, casuals, sportivi, estrosi, …
Luoghi
338. 800. 7617
orario: da martedì a venerdì dalle 17,00 alle 19,00