12 artisti polacchi e i nuovi tempi,
A cura di: Ida Mitrano e Rita Pedonesi
Sabato 1 dicembre alle ore 18 presso Plus Arte Puls, si inaugura la mostra di 12 artisti polacchi e i nuovi tempi, a cura di Ida Mitrano e Rita Pedonesi; coordinamento e ideazione di Alina Picazio. L’evento è patrocinato dall’Istituto Polacco a Roma e dalla Facoltà di Storia dell’Arte della Università UKSW. Oltre ai testi critici di Ida Mitrano e di Małgozata Wrześniak, in catalogo alcune testimonianze degli artisti partecipanti: Alina Bloch Jolanta Caban Oliwia Hildebrandt Maja Kiesner Małgorzata Kobus Dariusz Mlącki Grzegorz Mroczkowski Alina Picazio Sylwester Piędziejewski Katarzyna Sobczuk Przemko Stachowski Artur Winiarski.
In esposizione circa 25 opere tra dipinti, sculture e istallazioni. Nella presentazione critica Ida Mitrano scrive: Esprimere nel fare artistico la propria relazione con la vita e assumersene la responsabilità, è la necessità che muove e unisce questi artisti perché, pur nella loro diversità, quel fare non è fine a se stesso, né ha solo un valore estetico, ma è “presenza”. Una presenza che assume in ognuno precise connotazioni, dando luogo a percorsi creativi diversi, talvolta vicini al di là di ogni intenzione. Un dialogo che contiene in sé la ferma convinzione che l’arte debba fondarsi sul proprio sentire non autoreferenziale, ma connesso con i nuovi tempi e il loro mutare, senza che questo si traduca in “resa”. Non è un caso che la loro scelta di fondo sia la pittura. Su questo terreno le loro ricerche s’incontrano, ma prima ancora s’incontrano nella tensione verso ciò che non è dichiarato, verso qualcosa che può svelarsi solo nel processo creativo. […]
Scegliere la pittura, assume senza dubbio la valenza del “prendere posizione” in rapporto ai cambiamenti evidenti dell’epoca. Non restare ancorati al passato ma, al contrario, affermare che l’opera nasce dai processi dell’essere come sottolineano gli artisti stessi in catalogo. Dipingere consente una presenza senza progetto, laddove il processo creativo appunto accade. Non è un caso, anche qui, che le opere in qualche modo misteriosamente dialogano. Luce, colore, segno. Frammento. Essenzialità. Contemplazione. Sacralità. Silenzio. Memoria. Metafora. Il tutto traccia un fil rouge che unisce le diverse esperienze creative, i diversi linguaggi. […]
In esposizione circa 25 opere tra dipinti, sculture e istallazioni. Nella presentazione critica Ida Mitrano scrive: Esprimere nel fare artistico la propria relazione con la vita e assumersene la responsabilità, è la necessità che muove e unisce questi artisti perché, pur nella loro diversità, quel fare non è fine a se stesso, né ha solo un valore estetico, ma è “presenza”. Una presenza che assume in ognuno precise connotazioni, dando luogo a percorsi creativi diversi, talvolta vicini al di là di ogni intenzione. Un dialogo che contiene in sé la ferma convinzione che l’arte debba fondarsi sul proprio sentire non autoreferenziale, ma connesso con i nuovi tempi e il loro mutare, senza che questo si traduca in “resa”. Non è un caso che la loro scelta di fondo sia la pittura. Su questo terreno le loro ricerche s’incontrano, ma prima ancora s’incontrano nella tensione verso ciò che non è dichiarato, verso qualcosa che può svelarsi solo nel processo creativo. […]
Scegliere la pittura, assume senza dubbio la valenza del “prendere posizione” in rapporto ai cambiamenti evidenti dell’epoca. Non restare ancorati al passato ma, al contrario, affermare che l’opera nasce dai processi dell’essere come sottolineano gli artisti stessi in catalogo. Dipingere consente una presenza senza progetto, laddove il processo creativo appunto accade. Non è un caso, anche qui, che le opere in qualche modo misteriosamente dialogano. Luce, colore, segno. Frammento. Essenzialità. Contemplazione. Sacralità. Silenzio. Memoria. Metafora. Il tutto traccia un fil rouge che unisce le diverse esperienze creative, i diversi linguaggi. […]